Ho appena terminato di vedere la serie “The Crown”, che narra la storia e le vicende della famiglia reale inglese, a partire dall’incoronazione di Elisabetta II. Siamo alla quarta stagione della serie, che si conclude con le dimissioni della Thatcher da Primo Ministro e veniamo intrattenuti con le vicende del disastroso matrimonio di Carlo e Diana.
Io poco sapevo delle vicende della famiglia reale, non me ne sono mai interessata. Sono andata a Londra tanti anni fa ed ho distrattamente fatto tappa a Buckigham Palace, chiedendomi che vita facessero i membri della famiglia reale, ma chiedendomi poco altro. Davo per acquisita la presenza di una monarchia in Inghilterra, un dato di fatto, punto.
Non è da molto che mi faccio domande sulla situazione politica del mondo, per cui ho approfittato della visione di questa serie per approfondire una conoscenza che non avevo, provando ora a tirare le fila delle emozioni che ho provato.
E’ una serie che mi ha lasciato spesso affaticata, se non disgustata. Non tanto dal modo in cui vengono presentate le vicende, anzi la ritengo una serie fatta benissimo, coinvolgente ed emozionante, ma mi ha lasciata disgustata la scoperta di un mondo su cui non mi ero interrogata e che ora mi chiedo come faccia ancora ad esistere.
Si potrebbe pensare che io “caschi dal pero” su delle ovvietà che tutto il resto del mondo già conosce e mi sento anche un po’ ingenua a non aver rivolto i miei pensieri alla monarchia inglese prima d’ora.
Premetto che sono cosciente che le vicende della famiglia reale possano essere state un po’ “romanzate” nella fiction, che non posso sapere se le emozioni rappresentate e cucite addosso ai personaggi possano essere state aderenti alla realtà, che molti episodi possano essere stati suggeriti da pettegolezzi e indiscrezioni lontane dai fatti accaduti, ma tutto mi è parso verosimile, e su molte vicende ho cercato notizie e fonti, dato che mi avevano lasciata incredula, ma si sono dimostrate realmente accadute.
Pertanto mi riferirò alle vicende che ho visto nella serie come a fatti realmente accaduti e ai sentimenti espressi dagli attori come se fossero veri, dato che è molto plausibile pensare che qualsiasi persona in quella situazione possa aver reagito esattamente come mostrato negli episodi.
Insomma la realtà supera in tutto e per tutto la fantasia e non si poteva scegliere soggetto migliore per una serie TV, dato che la famiglia reale offre una quantità spropositata di episodi non solo scandalosi, ma quasi grotteschi.
Ma veniamo a qualche esempio dei fatti che mi hanno lasciato di più questa sensazione di sbalordimento risentito.
Possiamo partire dalla figura del principe Filippo, che si è ritrovato marito di una regina. Non avevo mai pensato a quanto per lui, maschio nobile, potesse essere stato difficile scendere a patti con il fatto che la moglie sia più importante di lui.
Nelle prime puntate è mostrato chiaramente il suo risentimento, il sentirsi sempre il secondo, oscurato dalla figura della regina, il suo covare rancore. E subito, dato il mio percorso nel femminismo, il mio pensiero è stato “benvenuto in quello che hanno vissuto le donne in tutti i secoli”.
C’è il risentimento di Filippo perché non può dare il cognome ai figli, in quanto è più importante tramandare il cognome della regina, e lui si sente letteralmente castrato come uomo, essendo l’unico uomo che non ha potuto trasmettere il proprio cognome ai figli. Gli hanno dovuto dare ulteriori riconoscimenti e titoli nobiliari per farlo contento.
Cosa dovremmo dire noi donne, che non abbiamo mai trasmesso il nostro cognome ai nostri figli, che tra l’altro partoriamo?
Questo risentimento si riversa tutto su Elisabetta, che si ritrova molto giovane ad essere incoronata regina, con tutto il peso che questo comporta, e si ritrova sola, immancabilmente senza l’appoggio del marito.
Quante donne hanno appoggiato nella storia i loro mariti, hanno badato a loro, sono state loro consigliere private, li hanno sostenuti e sorretti nelle fatiche dei doveri pubblici, senza alcun riconoscimento?
E invece Elisabetta deve sopportare l’astio del marito e “farsela passare”, cercare di far funzionare un matrimonio che non si può rompere nonostante i tradimenti di lui, che sono solo accennati nella serie, ma ci metterei la mano sul fuoco che ci sono stati.
Lei è mostrata come una donna innamorata, che ha voluto lui nonostante il parere contrario della famiglia reale, e una volta, suo malgrado, regina, si ritrova completamente sola, a far buon viso a cattivo gioco, a dover far funzionare la monarchia, i suoi doveri e il suo matrimonio.
Ma ce ne fosse uno di maschio che non tradisce la moglie nella famiglia reale. E ovviamente tutti chiudono gli occhi su questo, ma mai che si chiudano gli occhi sui tradimenti delle mogli, portate all’esasperazione dalla ricerca di una fettina di amore dai loro consorti, e vedendosela negare costantemente. Le mogli sono costantemente controllate e devono essere necessariamente irreprensibili, pena lo stigma.
La principessa Margaret, la principessa Anna, Lady Diana, alcuni nomi di donne costantemente tradite, ma che hanno dovuto portare loro il peso di quei mariti che si devono divertire per forza da una parte o da un’altra.
E forse il problema non è nemmeno il tradimento in sé, ma il fatto che pare che questi orrendi matrimoni sia impossibile scioglierli. Il principe Filippo pare poi mettersi tranquillo e lui ed Elisabetta raggiungere un certo equilibrio, chissà con quali compromessi. Ma pare che sia la regola nella famiglia reale impedire alle persone di sposare chi vogliono sposare e creare matrimoni frutto di sofferenza per tutti.
Questo in nome anche del fatto che la regina in Inghilterra è anche capo della Chiesa, e apriti cielo se può esistere il divorzio nella famiglia reale. Ciò che è unito da Dio è per sempre, nonostante tutti i sani di mente sappiano che il per sempre nel mondo degli umani non esiste.
Le vicende della principessa Margaret sono forse le più tristi, costretta ad attendere anni per coronare il suo sogno di matrimonio per poi vederselo negare da assurde “tradizioni” e protocollo. Per poi finire a fare una vita di alcol e sigarette a fianco ad un marito da cui si separerà dopo anni di sofferenze.
Il tutto in nome di “che cosa è meglio” per la famiglia reale. Tutto nella famiglia reale è sacrificato in nome di chissà quale perpetuarsi delle tradizioni e di un ideale di monarchia.
E quello che mi ha sorpreso in tutti i membri della famiglia reale è il fatto che l’unica loro ambizione nella vita sembra essere primeggiare in questa famiglia degli orrori. Avere il più alto titolo, i più alti riconoscimenti, essere i più vicini di parentela alla regina e agli eredi. Bhe io sarei fuggita a gambe levate da tutti questi “onori”.
Decoro, tradizioni, moralità, valori, ideali, storia, nazione, onore, religione, amore per la patria, sono le parole che fanno da accompagnamento in tutte le puntate. Sono le stesse parole che mi fanno orrore, che per me significano infelicità certa e calpestio dei sentimenti e dei diritti delle persone.
Ma questa famiglia pare evolversi attorno a tutto ciò e mostrare anche della felicità, specialmente nelle lunghe battute di caccia al cervo, caccia al fagiano e caccia a non so che altro, a cui partecipa anche la regina, che pian piano con l’avanzare dell’età diventa la garante di questo ordine monarchico che bisogna difendere ad ogni costo.
Mi ha disgustato vedere le loro battute di caccia. Cosa mai ci troveranno di entusiasmante nell’uccidere magnifici animali da una posizione così privilegiata? In battute di caccia composte da colonne di jeep complete di autisti e servitù dove non devono nemmeno pensare loro a cercare la preda e prendere la mira?
Ma si sentiranno veramente così orgogliosi di uccidere le loro prede per gioco?
Ma passiamo poi al carattere viziato del principe Carlo, e non scrivo da “prima donna” per il mio amore e rispetto verso el donne. Erede al trono solo perché è nato per primo, ma assolutamente non degno di averlo. Certo la sua indole originale e creativa viene ben presto smorzata sia dal padre e della madre, portandolo a cercare per tutta la vita ad inseguire l’approvazione della madre cercandola da tutte le parti e temendo immancabilmente di arrivare per secondo. Caro Carlo, è inutile scavare un pozzo dove non c’è acqua.
Tutte queste persone sono rovinate ed infelici in nome della monarchia. Che cosa mai rappresenta la monarchia? Perché esiste ancora una monarchia al giorno d’oggi?
La famiglia reale mi è sembrata una istituzione del tutto fuori dal tempo, costosa ed inutile. In alcune puntate si affronta anche questo argomento, e cioè il senso che ha la monarchia per il popolo, affermando che essa rappresenta un ideale a cui tendere, un insieme di valori di moralità assoluta, irreprensibilità, servizio della patria. Ma chi stiamo prendendo in giro?
Forse nel 1800, quando non esisteva la TV, i giornali erano limitati, non esistevano social, forse allora le persone non potevano avere una visione realistica della famiglia reale, ma ora che sappiamo che sono persone umane come noi, con sentimenti come i nostri, che si rovinano la vita l’un l’altro senza alcuno scopo e in più mantenendosi con le tasse dei cittadini. Non sarebbe ora di finire questa farsa?
Le principesse delle favole non esistono e lo sappiamo bene tutti, soprattutto dopo la brutta fine toccata a Lady D.
E allora basta con le recite, con i protocolli, con l’etichetta, con la servitù e le cene di rappresentanza. Davvero il potere si esercita così? Davvero bisogna ancora far vedere “chi ce l’ha più grosso” e chi ha il servizio di porcellane migliore, per avere voce nelle vicende mondiali? Davvero bisogna sembrare non umani per diventare un ideale per gli umani?
Perché ormai dovremmo saperlo tutti che gli umani sono fragili, pieni di emozioni, che vivono per le loro emozioni e per questo fanno errori, cadono, riprovano, e non c’è bisogno di cercare di spazzare il marcio sotto al tappeto, basterebbe smettere di far finta di essere perfetti e accettarci come siamo.
In tutto ciò mi ha un po’ stupido l’adattarsi convinto nel tempo della regina nel suo ruolo, che da un certo punto in poi pare calzarle a pennello: una entità rigida, se non frigida (termine abusato nei confronti delle donne), che non mostra mai sentimenti, non esprime mai pareri e non abbraccia mai nessuno. Perché fare di una persona umana una regina disumana?
Forse mi aspettavo di vedere una monarca femmina esprime dei sentimenti (altro luogo comune che vorrei evitare), mi aspettavo grossi cambiamenti e freschezza nelle prime puntate in cui si stava costruendo una sicurezza, un self-control, una autorevolezza che doveva dimostrare ancora di più appunto essendo donna. E pare abbia assolto benissimo al suo compito: adattarsi perfettamente al modello di monarca costruito per secoli dai monarchi maschi.
Come anche era un maschio la Thatcher, con la sua predilezione per il figlio maschio, con il suo autoritarismo, con la sua politica neoliberista che è stata una delle porte da cui è entrato lo sfacelo della nostra società moderna in tutta Europa: la tutela dell’interesse economico a scapito del benessere delle persone (benessere inteso come benessere della persona, non del portafoglio).
Ma d’altra parte se le donne vanno al potere in un mondo dove il potere è sempre stato definito dalla prepotenza maschile, o si adattano a tale esercizio del potere, o ne vengono travolte.
Come vorrei vedere un reale rovesciamento del mondo!
E tu cosa ne pensi?