Milo Manara – biografia, fumetti e opere

Milo Manara

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Continuiamo la nostra carrellata sui più grandi maestri del fumetto, casualmente, con un altro mostro sacro italiano, anche questo cresciuto nel prolifico veneto, nonostante la sua fama abbia valicato non solo i confini regionali e nazionali, ma addirittura continentali, essendo diventato uno degli artisti più conosciuti e riconoscibili: Milo Manara.

Quando si parla di fumetto e di belle donne, infatti, di sensualità ed erotismo, sono solo pochi nomi che vengono immediatamente in testa e, senza ombra di dubbio, il primo e più famoso è quello di Milo Manara.

Scopriamo quindi qualcosa in più su questo autore che tutti sembrano conoscere, ma di cui forse si ignorano molte cose.

Milo Manara: biografia

Quasi settantadue anni fa, più precisamente il 12 settembre del 1945, in un piccolo paese dell’Alto Adige, Luson, vedeva la luce un piccolo bimbo, subito battezzato Maurilio dai genitori Manara che, sicuramente all’epoca ignoravano che il suo nome sarebbe poi stato contratto in un più semplice Milo e che il loro quarto figlio (ancora ignoravano i signori Manara che poi ne avrebbero dati alla luce altri due) avrebbe dato un gran lustro a quel cognome.

Le sue doti artistiche non passano di certo inosservate e fin dalla più tenera età, il piccolo Maurilio si trastulla con matite, pennelli e colori, gettando quelle basi che in seguito lo avrebbero reso il Maestro che tutti conosciamo.

Già a dodici anni Maurilio realizzava pannelli decorativi su commissione, contribuendo, come i fratelli, all’economia familiare.

Ovviamente, arrivato il momento di scegliere che strada percorrere, Milo non ebbe alcuna esitazione e, essendosi trasferito con tutta la famiglia Manara a Verona, non esitò nell’individuare nel liceo artistico la sua futura strada.

Certo, la strada accademica non ebbe poi una gran durata, dal momento che conseguito il diploma si iscrisse alla facoltà di architettura di Venezia, senza però conseguire mai una laurea, però il percorso da compiere era assolutamente chiaro e ben delineato.

Durante gli anni della contestazione Manara si scagliò contro la biennale di Venezia e, più in generale, contro l’elitarismo artistico pittorico, che, evidentemente gli stava troppo stretto e poco simpatico.

Le prime opere a fumetto

É proprio in questo periodo che invece si accosta all’idea di fumetto, come mezzo di comunicazione di massa, come medium che consente di coniugare l’arte ed il bello, con un costo non proibitivo e quindi alla portata di tutti, insomma, come la via che gli avrebbe permesso di costruirsi una sua specificità.

Da quel momento la sua carriera è stata un susseguirsi di successi, dapprima forse piccoli e notati solo dai più attenti “addetti ai lavori”, ma come una valanga non hanno fatto che accumularsi portandolo poi a vette inizialmente impensabili per chiunque.

Il giovane Milo esordisce quindi sulle pagine di Genius che pubblicava storie poliziesche con ampie virate nel campo dell’erotismo e qui viene subito notato da Renzo Barbieri della casa editrice ErreGi che lo vuole per disegnare le storie di Jolanda de Almaviva, proseguendo quindi nel suo percorso di “specializzazione” nel filone erotico-sexy.

Nel corso di tutti gli anni ‘70 Milo Manara dà vita a diverse collaborazioni, andando a realizzare anche storie che non fossero prettamente imperniate sul filone sexy, così da farsi le ossa anche nell’illustrazione e in storie dal respiro molto più ampio.

Si cimenta nel filone satirico, collaborando con Silverio Pisu con cui crea Lo Scimmiotto, così come assieme a Mino Milani debutta sul Corriere dei Ragazzi prima e su La parola alla giuria, dove ha modo di reinterpretare le sue visioni su personaggi e ambientazioni storiche che vanno dall’antica Roma alla modernità, dall’estremo oriente agli Stati Uniti.

Sempre nel filone storico, realizza le illustrazioni per La Storia d’Italia a fumetti di Enzo Biaggi e per l’editrice Larousse la Storia di Francia a fumetti, La scoperta del mondo e La Cina.

Milo Manara e il fumetto per adulti

Ma la vera fortuna di Milo Manara scaturisce grazie al suo ritorno al mondo dei fumetti per adulti e ad una fortunata segnalazione da parte di un noto giornalista televisivo.

Nel 1982, infatti, il noto giornalista televisivo Vincenzo Mollica fa il nome di Milo Manara ai curatori della rivista per adulti Playmen, che erano in cerca di una brava matita per produrre dei fumetti per adulti di spessore, che si differenziassero per qualità di scrittura e disegno da quelli popolari in quegli anni che, di massima, vedevano in Lando Buzzanca un eroe da imitare.

Grazie a questa collaborazione, Manara si trovò libero di poter dar sfogo alla sua vena creativa realizzando tavole dall’alto contenuto erotico che però mantenevano una grande eleganza e stile, stile che infatti valse un enorme successo al suo fumetto, intitolato Il Gioco, al punto che l’autore si è “visto costretto” a realizzarne ben tre episodi successivi: Il Gioco 2, Il Profumo dell’Invisibile ed Il Gioco 3.

Il Gioco 2 verrà pubblicato sulla celebre e purtroppo sparita rivista Totem e vedrà la nascita di quella che forse è la più celebre eroina di Manara, ossia Miele.

Il successo è tale che spara di netto il nome di Manara tra i grandi numi del fumetto internazionale e la sua opera viene raccolta e pubblicata autonomamente e addirittura tradotta ed esportata all’estero, rendendo il Maestro italiano vero e proprio sinonimo vivente di fumetto erotico.

Da questo punto il nome di Manara diventa talmente famoso che per la sua carriera comincia una veloce e godibilissima discesa, ossia una facilità estrema a trovare collaborazioni ed editori che apprezzino e divulghino il suo operato, vedendo quindi il suo inconfondibile tratto comparire un po’ dappertutto: dalle pagine di L’Espresso a Comic Art, a Corto Maltese e Frigidaire fino addirittura a comparire sulle più vendute testate di fumetti americani, come vedremo successivamente.

Tantissime poi le collaborazioni con il mondo del cinema e della pubblicità, al punto che dagli anni ‘90 diventa quasi impossibile tenere il conto ed il novero di tutte le apparizioni del Maestro “pseudeo-veneto” sui mass media italiani ed esteri e che quindi, ci portano a sintetizzare il resto della sua vastissima produzione fino ai giorni nostri, con un generico, quanto validissimo: tutto il resto è storia.

Milo Manara: il tratto e la poetica delle opere

Se ad oggi il ratto di Milo Manara è diventato talmente inconfondibile che potrebbe essere registrato sotto copyright, c’è da dire che questa caratteristica è il frutto di tantissimi anni di esperienza e di milioni di tavole illustrate, spesso prendendo a modello altri autori che hanno fortemente ispirato e guidato la mano del buon Manara.

Se infatti qualcuno guardasse bene nelle cantine o nelle soffitte di qualche seconda casa, forse potrebbe ancora trovare una copia de La Storia d’Italia a fumetti di Enzo Biagi, forse uno dei libri più regalati a quelli che erano bambini negli anni ‘80, per scoprire che il tratto del disegnatore, ancora non era ben definibile come “Manariano”.

Per stessa ammissione di Manara, a creare il suo stile ha contribuito moltissimo Hugo Pratt, altro immenso disegnatore italiano, famoso anche alle pietre per il suo leggendario Corto Maltese, di cui infatti ritroviamo più di un accenno nel tratto di Manara che, però, hai poi personalizzato e ridefinito a modo suo.

Gli occhi allungati, i nasi appena accennati e gli arti lunghi e sinuosi, sono infatti un tratto comune ai due grandi maestri e parrebbe assolutamente naturale poter vedere l’uno disegnare una storia dell’altro.

Si tenga inoltre conto che quando Pratt era ancora fra noi, i due hanno effettivamente avuto modo di conoscersi, scambiarsi consigli e hanno addirittura realizzato alcune storie insieme.

Queste caratteristiche sono però poi diventate il marchio di fabbrica di Milo Manara, le cui donne soprattutto, hanno nasi piccoli e occhi felini, oltre a sensualissime lunghe gambe.

Nel tratto di Manara, però, si aggiunge un’attenzione per il dinamismo unita ad un’enorme libertà per la ripartizione dello spazio.

Guardando con attenzione le figure di Manara infatti, cosa che rimane molto evidente soprattutto in quelle femminili, la scelta della posa non è mai casuale e, oltre a suscitare una sensazione di desiderio, sfruttando il connubio tra esposizione e negazione della visione del corpo nudo, risulta ottimale per conferire una grande plasticità e dinamismo alla scena.

Se quindi un artista come il già citato Giorgio Cavazzano, per quanto in ambiti fumettistici completamente differenti, sfrutta la deformazione dell’anatomia per conferire plasticità e dinamismo alla figura, Manara opta invece per una deformazione entro i limiti naturali (le sue figure sono tutte snelle e longilinee, ma sempre nel rispetto delle proporzioni naturali), prediligendo invece una diversa scelta del tipo di inquadratura, per dirla in modo cinematografico.

Inoltre, anche la creazione del layout della pagina e la rottura dello stesso schema da lui stabilito serve a creare una maggiore sensazione di libertà e tridimensionalità dei personaggi che quindi si trovano a “sbordare” spesso dai quadri, dalla singola vignetta, e a rompere, nel vero senso della parola, le gabbie grafiche della tavola, quasi a voler invadere il mondo reale uscendo dalla pagina del fumetto.

Forse proprio queste due caratteristiche hanno contribuito all’enorme fama e diffusione dei fumetti di Manara, con donne sensuali e longilinee che assumono pose provocanti e sembrano voler uscire dal fumetto per avvicinare il lettore nel mondo reale o, non potendolo fare, per prendere quest’ultimo e trascinarlo invece nelle pagine del fumetto, come liquide sirene fatte di inchiostro su carta.

Milo Manara: collaborazioni e fumetti

Abbiamo già accennato al fatto che Manara abbia prestato il suo talento a grandi sceneggiatori e scrittori, ma andando a vedere l’elenco delle sue collaborazioni, non mancano nomi di eccelsi registi e personaggi del mondo dello spettacolo e perfino dello sport.

Già negli anni ‘70 Milo Manara incrocia la propria strada con un altro mostro sacro del fumetto italiano, stavolta non una matita illustre, bensì un grandissimo sceneggiatire, quello che diventerà poi il papà di Martin Mystere, ovvero il milanese Alfredo Castelli, con cui realizza nel 1971 Un fascio di bombe e nel 1978 L’uomo delle nevi.

Tra la fine dei ‘70 ed i primi ‘80, come già detto, è uno degli illustratori che danno vita ai fumetti di La Storia d’Italia di Enzo Biaggi, mentre nel 1983 realizza un fumetto su sceneggiatura del suo grande punto di riferimento, Hugo Pratt, dal titolo Tutto ricominciò con un’estate indiana.

Tornerà a disegnare su testi di Hugo Pratt anche negli anni ‘90 e infatti tra il ‘92 ed il ‘95 realizzerà la storia a fumetti El Gaucho.

Tornando agli anni ‘80, più precisamente nel 1986, spazia anche nel mondo cinematografico, oltretutto in quello d’autore, visto che l’onirico Fellini (anche lui abilissimo disegnatore) riconosce in Manara quel tratto sensuale e sintetico che rappresenta al meglio la poetica del regista riminese e quindi affida al buon Milo l’opera Viaggio a Tulum. Sempre per Fellini realizzerà anche Il viaggio di G. Mastorna, detto Fernet nel 1992, mentre due anni prima aveva realizzato, sempre per il regista, la locandina del suo film La voce della luna.

Sempre in ambito cinematografico, Manara ha anche realizzato le illustrazioni per un libro di racconti di Pedro Almodovar, uscito nel 1993 e chiamato La feu aux entrailles.

Una volta diventato globalmente popolare, il tratto di Manara ha anche valicato i confini europei, approdando nella patria del fumetto di massa, seppure d’autore.

Così, nel 2003 collabora con la Vertigo, l’etichetta “d’autore” della più nota DC Comics, realizzando uno dei capitoli del progetto The Sandman Endless Night, dell’omonimo personaggio Sandman di Neil Gaiman che prevedeva sette storie illustrate da sette mostri sacri del fumetto, tra cui figuravano, tra gli altri, Prado, Sienkiewicz e ovviamente il nostro Manara che realizzò il capitolo Desiderio.

Subito dopo Manara si confrontò con un altro genio del fumetto internazionale, ossia Alejandro Jodorowski con cui realizza il fumetto storico dedicato all’ambigua famiglia Borgia e pubblicato in Italia dalla Mondadori, appunto col nome I Borgia.

Nel 2006, caso più unico che raro, collabora anche con il pluricampione del mondo di motociclismo Valentino Rossi realizzando il fumetto Quarantasei (che sarebbe poi il numero che il pilota pesarese utilizza nelle competizioni) dove la storia è data da idee ed esperienze del pilota, rielaborate ed usate per creare una sceneggiatura direttamente da Manara.

Il risultato è un viaggio onirico nella psiche del pilota con le tipiche sensuali figure femminili di Manara che fanno da trait d’union e da guida.

Peccato forse che la colorazione dei disegni non sia del Maestro, ma che sia stata fatta digitalmente.

Tornando negli Stati Uniti, dopo la collaborazione con la DC Comics, non poteva mancare nel curriculum del Maestro italiano, anche una collaborazione con la più famosa casa editrice americana ossia la Marvel Comics e con uno dei suoi più grandi esponenti di sceneggiatura, ossia Chris Claremont, padre dei moderni X-Men.

Proprio per gli eroi mutanti, infatti, Manara realizza nel 2009 X-Men ragazze in fuga, dove le principali eroine mutanti diventano ancor più sexy ed intriganti proprio grazie alla matita di Manara che disegna questa storia per la Marvel Italia, ma che diventa leggenda per tutti gli appassionati degli X-Men anche in America.

Milo Manara: curiosità

L’eclettismo di Milo Manara è tale che non solo ha collaborato con altri grandi fumettisti, registi e campioni dello sport, ma da buon veneto, seppur d’adozione, è addirittura approdato al mondo del vino.

Essendosi infatti radicato nella Valpolicella ed essendo lui stesso un grande appassionato del buon bere, Manara era quasi impossibile che non incontrasse anche quell’elemento che con la sensualità e le donne va naturalmente a braccetto: il vino.

Così, dal 2015, il Consorzio della Valpolicella beneficia dell’impareggiabile mano del Maestro Milo che disegna le etichette di quattro vini accuratamente selezionati e che danno vita alla linea I Vini da Maestro e che rappresentano tanto l’eccellenza enologica della zona veneta, quanto quella artistica di Manara.

Un Valpolicella Classico, un Amarone, un Recioto e Velorosso (blend di uve autoctone) sono i quattro vini che si possono acquistare sul sito ufficiale di Milo Manara (www.milomanara.it) e che se bevuti in abbondanza, forse renderanno qualsiasi donna bella come i personaggi del Maestro, agli occhi di chi l’ha tracannati.

Foto di copertina: Wikipedia Di Niccolò Caranti – Opera propria, CC BY-SA 4.0, Collegamento

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