Andiamo ad esplorare un po’ nelle vite dei grandi fumettisti, per conoscerli meglio e per scoprire quale percorso hanno fatto per giungere alla vetta. Cominciamo con uno dei fumettisti italiani più versatili al mondo, il veneziano di nascita, “disneyano” d’adozione Giorgio Cavazzano.
Quando si parla di grandi fumettisti italiani, i nomi che vengono citati sono sempre un po’ quelli, ovviamente se parliamo del grande pubblico e non di esperti del settore: Milo Manara, Hugo Pratt, Andrea Pazienza, Bonvi, Altan (che andremo a conoscere meglio in un prossimo futuro).
Eppure c’è almeno un grandissimo fumettista che tutti, ma proprio tutti, hanno letto almeno una volta nella loro vita, il cui nome spesso risulta una novità e quando lo nomini ti scrutano per capire se li stai prendendo in giro o, al massimo, per cercare di ricordarsi dove l’hanno già sentito, mentre se poi gli mostri un suo disegno, ne riconoscerebbero il tratto tra mille, ed è Giorgio Cavazzano.
Giorgio Cavazzano: la biografia
Giorgio Cavazzano nasce in quel di Venezia il 19 ottobre del 1947, proprio quando l’Italia, dopo un ventennio di chiusura, esplodeva e si apriva a tutti i maggiori trend stranieri ed in particolare statunitensi, ivi incluso il fumetto.
L’Italia era un Paese che si stava ricostruendo e ricominciava ad offrire qualche prospettiva per il futuro, proprio mentre il piccolo Giorgio frequentava le scuole dell’obbligo. Già alle medie, però, all’età di dodici anni, comincia a manifestare il suo interesse per quel mondo del fumetto che contribuirà così tanto ad arricchire e rendere la sua vita.
Il piccolo Giorgio, infatti, aveva un cugino più grande di tredici anni, Luciano Capitanio, che all’epoca aveva intrapreso la carriera di fumettista e che esercitava un grandissimo fascino sul piccolo Giorgio che quindi cominciò la sua esperienza, aiutando il cugino ad inchiostrare le sue tavole.
Nonostante il cugino Luciano avesse messo un piede in casa Disney, realizzando le storie “locali” del famoso topo americano, passò ancora del tempo prima che Giorgio si formasse una propria autonomia artistica e facesse il suo ingresso nella banda Disney.
Facciamo un piccolo inciso ricordando che i fumetti italiani di Topolino, non erano la pedissequa trasposizione dei numeri originali americani. Gli albi americani, con un formato ben più grande del nostro, avevano infatti poche pagine.
I tipici albi italiani di Topolino, invece, erano costituiti dall’insieme di vari numeri e varie testate con anche l’aggiunta di storie realizzate in Italia.
Si pensi ad esempio che personaggi come Trudy, la fidanzata di Gambadilegno, il maggiordomo di zio Paperone di nome Battista e anche il celebre Paperinik sono tutti nati in Italia.
Nonostante la fortuna di avere un parente nella Disney, non è grazie a Luciano Capitanio che Giorgio Cavazzano fece il suo ingresso nella “fabbrica dei paperi e topi”, bensì, narra la leggenda, grazie ad un fortuito colpo di vento.
Giorgio Cavazzano e Disney
Pare infatti che l’appena quindicenne Giorgio, mentre viaggiava su un vaporetto, vide i disegni del cugino prendere il volo e sparpagliarsi sul ponte del battello, aiutato da una ragazza a recuperarli il giovane artista si appropriò della loro paternità per farsi bello agli occhi di quella ragazza che, lui proprio non poteva immaginarlo, era la futura consorte di Romano Scarpa, ovvero il più prolifico e famoso autore italiano Disney dal dopoguerra ad oggi.
Proprio nel ‘62, quindi, ritroviamo Giorgio Cavazzano ad inchiostrare le tavole del maestro Scarpa, essendo finalmente riuscito a mettere un piede nella Disney e, di lì a breve, diventando un disegnatore ufficiale e non certo di secondo piano.
Cavazzano, infatti, si è subito distinto all’interno dello studio, diventando quasi automaticamente il degno successore di Scarpa e accaparrandosi le storie migliori da disegnare, quelle che solitamente aprivano e chiudevano gli albi del “topo americano” Disney, sviluppando un suo particolarissimo stile che l’ha reso immediatamente riconoscibile.
Va ricordato, infatti, che un tempo non erano riportati gli autori delle singole storie ed era difficile capire quale un fumetto fosse disegnato da un particolare autore, ad eccezione appunto di Cavazzano, che con il suo stile morbido e deformato, aveva creato un suo stile, al punto che, come ricorda Tiziano Sclavi, papà di Dylan Dog, al terzo minuto di questa intervista, veniva rimproverato al talentuoso Giorgio di fare i personaggi della Disney in maniera troppo personale.
Non solo il suo stile, per fortuna, non è stato mascherato per essere più uniforme a quelli di Walt Disney, ma fortunatamente la sua produzione di paperi e topi è continuata con grandissima fortuna, segnando le storie più belle della serie e ricevendo anche diversi premi come miglior disegnatore Disney nel mondo, diventando, ad oggi, forse il più famoso e riconosciuto autore Disney, superando addirittura il suo grande maestro Scarpa.
Giorgio Cavazzano: non solo Disney
Linee fluide, piedi enormi e soprattutto un incredibile dinamismo sono le caratteristiche inconfondibili di Cavazzano che, se lo rendono immediatamente riconoscibile guardando una tavola Disney, altrettanto fanno se applicate al di fuori dell’universo degli animali statunitensi.
A modo suo, Cavazzano ha creato un linguaggio grafico “deformed”, come molti altri hanno fatto in altri contesti (basti pensare ai manga giapponesi dove il realismo lascia il posto al dinamismo ed all’elasticità della figura), facendo intravedere una certa passione per Uderzo, creatore di Asterix, che ha non poco a che spartire con il nostro autore veneziano che, per sua stessa ammissione, ha sempre guardato con piacere al lavoro del collega transalpino.
Divagazioni a parte, dopo essersi saldamente insediato alla Disney, dopo aver dimostrato che il suo stile, per quanto dissimile dai cliché voluti dalla casa americana, Cavazzano ha cominciato a guardare anche al di là di Topolinia e Paperopoli, cercando collaborazioni che lo portassero a creare altri eroi in mondi completamente diversi.
Giorgio Cavazzano e Tiziano Sclavi: Altai & Jonson
Così, nel 1975, Giorgio Cavazzano conosce un giovane schivo e taciturno che veniva dall’Oltrepò Pavese, un certo Tiziano Sclavi, che all’epoca aveva pubblicato storie per ragazzi ed ancora non era diventato una leggenda nel mondo del fumetto in qualità di creatore di Dylan Dog.
La brillante penna di Sclavi ci mise poco a trovarsi con l’eccelsa matita di Cavazzano e diedero vita ad un altro capolavoro nel mondo del fumetto italiano, ma forse anche in quello mondiale: Altai & Jonson.
Nelle intenzioni di Sclavi il fumetto sarebbe dovuto essere un noir poliziesco, una serie dall’ambientazione cupa e piovosa, un po’ come quella che si vede nei film di detective di Hollywood.
Appena vide però il tratto di Cavazzano, Sclavi capì che doveva cambiare rotta, che il loro fumetto avrebbe dovuto avere un’anima comica, un respiro molto più ampio del genere poliziesco già all’epoca abbondantemente sfruttato e, per fortuna, lasciò molto più spazio all’umorismo insito nel tratto di Cavazzano.
Per dieci anni, con alterne vicende e lunghe pause tra una storia e l’altra, Altai & Jonson hanno allietato i nostri lettori e mentre Cavazzano realizzava anche delle pubblicità per dentifrici, la sua popolarità cresceva.
Superati gli anni ‘80 ed entrato nei ‘90, Cavazzano ha firmato molte apparizioni nelle edizioni più disparate.
Ha di nuovo collaborato con la Bonelli realizzando La Città e Maledetta Galassia, per cui ha anche realizzato un numero di Martin Mystere a firma di Alfredo Castelli, ha disegnato Ken Parker di Berardi e Milazzo ed ha perfino disegnato la pelliccia di quell’italico lupastro che è Lupo Alberto di Silver.
Molte e molte altre sono state le collaborazioni e gli eroi creati dalla matita di Giorgio Cavazzano, quello che forse si può considerare come il più misconosciuto fumettista di successo italiano, con un nome ingiustamente poco noto al grande pubblico, ma con un tratto ed un dinamismo che, ne siamo certi, chiunque riesce ad identificare anche dopo pochissime pagine.
Giorgio Cavazzano: il ritorno
Chissà perché Giorgio Cavazzano non ha mai trovato il successo che meritava in Italia, non tanto da parte del pubblico, che invece lo ama e, come abbiamo già detto, è in grado di riconoscere la sua matita tra mille simili, bensì dai direttori ed editori del nostro Paese.
Se è vero il detto che nemo profeta in patria, allora forse possiamo capire come mai, il grande Giorgio abbia dovuto fare le valigie per trovare lavoro all’estero.
Se infatti in Italia riusciamo a sfornare talenti incredibili come niente fosse, tanto alla sceneggiatura, quanto ai disegni, lo stesso non si può dire degli editori che invece si dimostrano essere di un’incredibile miopia.
Tralasciando quindi il discorso sugli editori, torniamo a Cavazzano, che ha trascorso gli ultimi anni a disegnare principalmente paperi per l’edizione finlandese di Topolino, visto che nel freddissimo Paese sembrino amare più questi che i topi.
Eppure, qualcosa sembra muoversi.
Recentemente, infatti, è giunta voce che Cavazzano sia tornato a disegnare per l’edizione italiana di Topolino e che, dopo la sua storia su Don Pipotte, apparsa sul numero 3155 nel maggio scorso, sia possibile una collaborazione duratura tra l’artista e la casa italiana.
Uomini, topi ed eroi, una monografia di Giorgio Cavazzano
Nel 2015, al Carrara Show, sono state esposte 12 tavole originali di Giorgio Cavazzano, che vanno a comporre la raccolta “Uomini, topi ed eroi” edita da Comic Out, la più completa ed originale monografia su questo autore.
La serie “Uomini, topi ed eroi” è composta da vari volumi, di cui il secondo completamente dedicato a Giorgio Cavazzano.
Contiene disegni e tavole mai pubblicate dall’autore, bozzetti e storyboard originali e stupefacenti, e la tecnica del maestro illustrata in modo dettagliato. Da non perdere.
Foto di copertina: Giorgio Cavazzano nel maggio 2013 – Fonte: Wikipedia Di Claudio Martino – Opera propria, CC BY-SA 3.0, Collegamento