Hayao Miyazaki: film, personaggi, biografia

Hayao Miyazaki

In questo articolo parliamo di:

Nella nostra carrellata sui più grandi maestri del fumetto, non abbiamo ancora toccato uno dei tre grandi mondi dell’arte fumettistica, ossia l’oriente o, più nello specifico il Giappone, oggi lo facciamo parlando di Hayao Miyazaki .

Se infatti dovessimo o volessimo dividere il mondo del fumetto in diverse categorie, magari appunto di origine geografica, assieme ai grandi artisti europei (tra cui spiccano numerosissimi italiani) non si potrebbe certo non parlare della scuola americana che, oltretutto ha dato grandissimi spunti per il cinema d’azione, ma, non di meno, si potrebbe evitare di parlare del Giappone che, di fatto, ha portato i fumetti (animati) nelle case di tutti gli italiani che sono stati bambini negli anni ‘70 ed ‘80.

Ormai tutti sappiamo che il fumetto, nella terra del Sol Levante, viene chiamato “manga” e che fumettista si dice “mangaka”, così come assolutamente tutti conosciamo almeno qualche titolo di fumetto che, quanto meno nella sua trasposizione animata, ha invaso le case di tutti quanti noi.

Forse non tutti sono ferratissimi sulle peculiarità del fumetto giapponese, magari alcuni non sanno che spesso siano realizzati con la tecnica del “retino”, piuttosto che con inchiostro o pennarelli o magari ci sfuggono i nomi di questi artisti nipponici, ma, ancora una volta, è veramente difficile credere che non si sia mai sentito parlare di Hiyao Miyazaki.

Chi è Hayao Miyazaki

Hayao Miyazaki è nato a Tokyo, il 5 gennaio del 1941, ed è il secondo dei quattro figli di Katsuji Miyazaki, un ingegnere aeronautico, direttore della Miyazaki Airplane.

L’attività del padre, nonostante gli anni dell’infanzia di Hiyao coincidessero con la seconda guerra mondiale, gli permisero di avere un’infanzia agiata e tranquilla oltre alla possibilità di familiarizzare con molti elementi di ingegneria meccanica che si riveleranno, come vedremo in seguito, utilissimi per la sua produzione artistica.

Nonostante abbia manifestato sempre una grande passione per il disegno, per i manga e gli anime, la sua carriera scolastica è stata tutt’altro che connotata da disegni e illustrazioni, quanto piuttosto da una più tradizionale laurea in Scienze Politiche ed Economia, conseguita nel 1963.

Solo dopo aver terminato gli studi accademici, approda finalmente a quella che sarà la sua professione, andando ad arricchire le fila dei disegnatori della Toei, la più importante casa d’animazione nipponica.

È proprio qui che, oltre a conoscere la sua futura sposa, comincia anche a muovere i primi passi, tanto nel campo del disegno, quanto in quello attiguo dell’animazione.

Una delle prime volte in cui la sua presenza si dimostrò essenziale, fu quando, nel 1965, propose un miglior finale per il film Garibaa no uchu ryoko, noto in Europa come Gulliver’s travels beyond the moon.

Come autore di fumetti, invece, abbiamo le sue prime notizie solo nel 1969/1970, quando venne pubblicato il suo manga Sabaku no Tami, ovvero, la tribù del deserto.

Hayao Miyazaki: i film

Parlando di Miyazaki, infatti, risulta assolutamente difficile, se non impossibile, separare la sua professione di disegnatore di fumetti, da quella di animatore e regista di anime.

Se infatti in Europa, il cartone animato è un passo successivo al successo di un fumetto e l’autore si ritrova quindi a disegnare tavole che altri animeranno (lampanti sono i casi di Strumtruppen di Bonvi o di Lupo Alberto di Silver), in Giappone spesso accade l’esatto opposto e, personaggi come Miyazaki, si ritrovano a creare dei cartoni animati (che comunque disegnano di loro pugno) che solo in un secondo momento vedranno una pubblicazione cartacea.

Hayao Miyazaki: Lupin III

Negli anni ‘70 è cominciata la vera e propria carriera artistica di Hiyao Miyazaki che, già nel ‘71, realizzò alcuni episodi della serie Lupin III, avvenimento che si sarebbe rivelato poi il suo primo vagito di fama.

Se infatti in Italia gli episodi arrivarono molto tempo dopo, perfino i bambini più piccoli riuscivano subito a distinguere le puntate realizzate da Miyazaki che si caratterizzavano per un maggior dinamismo, una più spiccata verve ironica ed un’animazione fluida, oltre ai personaggi maggiormente caratterizzati in senso “clownesco”.

Hayao Miyazaki: i cartoni animati

Nonostante nella carriera di Miyazaki, a quel primo successo, ne seguirono altri di uguale importanza, come la realizzazione (spesso dietro le quinte e non al disegno) di alcuni dei cartoni animati più famosi, tipo Heidi, Marco, Rascal e Anna dai capelli Rossi, in Italia gli spettatori più giovani lo ritrovarono (riconoscendolo immediatamente) solo con le avventure di Conan, il ragazzo del futuro.

Rimanendo in Italia, non si seppe poi tanto di Miyazaki, se non ritrovandolo ne Il castello di Cagliostro di Lupin III, anche perché all’epoca non essendoci internet, la distanza tra Italia e Giappone era notevolissima.

Nel 1982, però ricomparve con Nausicaa della valle del vento o meglio, nel 1982 lo realizzò, ma da noi arrivò solo alla fine degli anni ‘80 e solo in VHS distribuiti nelle fumetterie specializzate ed in pochi altri posti.

Hayao Miyazaki e lo studio Ghibli

Ad ogni modo, Nausicaa fu un grandissimo successo e permise a Miyazaki di fondare un suo proprio studio d’animazione, assieme a Iseo Takahata, il celeberrimo studio Ghibli.

Parrebbe che il nome dello studio, più che dal famoso deserto africano, fosse stato determinato dal nome di un aereo italiano, di cui appunto Miyazaki aveva conoscenza per il lavoro del padre e per la sua conseguente grande passione per il volo.

Ad ogni modo, con lo studio Ghibli, Miyazaki divenne famoso ad ogni latitudine, cominciando a sfornare successi uno dopo l’altro: Laputa, Totoro, Porco rosso, fino ad arrivare ai più recenti la principessa mononoke, la città incantata, il castello errante di Howl, Ponyo sulla scogliera ed il suo ultimo film “si alza il vento”.

Lo stile di Hayao Miyazaki

Come abbiamo già detto, lo stile di Miyazaki è assolutamente inconfondibile e difficilmente può essere confuso con il tratto di altri autori, ma vediamo più nello specifico come si caratterizzi e cosa abbia che di così particolare da conquistare al primo sguardo.

Già nelle primissime puntate di Lupin III disegnate da Miyazaki, erano presenti tutti i tratti distintivi del suo stile: le figure sono snelle e dinoccolate e, in un qualche modo, presentano un dinamismo surreale che potrebbe, fatte le debite proporzioni, avvicinarlo ai personaggi di Cavazzano (che abbiamo già trattato in QUESTO articolo).

Mentre in Cavazzano, essendo questo italiano, il dinamismo è tutto in potenza, ossia lo si intuisce dalle pose statiche dei personaggi, in Miyazaki trova piena espressione grazie all’animazione, dimostrando quelle particolarità tanto distintive quanto divertenti.

È stato infatti Miyazaki il primo a far correre Zenigata e Lupin in un modo così strampalato e buffo, che sono poi diventati il codice stilistico di tutta la serie, con le braccia piegate a 90° al gomito e le ginocchia alte: movenze che ritroviamo inalterate in molti delle sue opere, soprattutto quelle della sua giovinezza, come indubbiamente si vede in Conan.

Un’altra inconfondibile caratteristica di Miyazaki è la sua passione e grandissima conoscenza della meccanica.

Nei suoi fumetti, infatti, ci sono decine di macchine volanti, di esoscheletri, bracci meccanici e attrezzi di varia natura che, per quanto appartengano spesso ad un ipotetico futuro (o lontano passato) portano impressa una patina di familiarità: sono avveniristici, ma un po’ goffi, futuristici, ma sgangherati , soprattutto, hanno sempre un funzionamento che indiscutibilmente dimostra che Miyazaki sia un grande conoscitore della meccanica, sicuramente per il fatto che è cresciuto tra aerei ed apparecchiature meccaniche, appunto.

Nella sua maturità, alcuni di questi aspetti si sono un po’ smussati e, pur rimanendo una fluidissima dinamicità dei personaggi, le atmosfere ironiche e scanzonate dei film prodotti fino agli anni ‘90, hanno lasciato il posto ad atmosfere più mature e poetiche che hanno tratto ispirazione dal mondo fantastico e mitologico del Giappone e quindi, pur rimanendo sempre presenti divertentissimi “aggeggi” meccanici, i suoi fumetti si sono via via riempiti di spiritelli, demoni o entità più eteree, rispetto al solido metallo che emergeva nelle sue prime opere.

Miyazaki e l’Italia

Una particolarità che ci riguarda da molto vicino, è il particolare rapporto di Miyazaki per il nostro Paese.

Non solo, infatti, il nome del suo studio deriva da un apparecchio aereo italiano, ma sono assai frequenti i richiami al nostro Paese nei suoi fumetti.

Ovviamente pensiamo a Porco Rosso, un gustosissimo film d’animazione ambientato nell’Italia fascista, dove appunto un maiale pilota ingaggia duelli aerei con gli assi del regime, senza mai sforare, però, nello storicismo puro e semplice o nella facile allegoria.

Ma ancor prima di Porco Rosso, nel primi anni ‘80, Miyazaki ebbe un altro fortunatissimo incontro col nostro Paese e, più specificamente, con la RAI che co-produsse il cartone animato “Il fiuto di Sherlock Holmes”, dove nonostante il celebre investigatore fosse una snella volpe ed il dottor Watson un cane bluastro, ben visibili e riconoscibili erano i tratti della magistrale matita di Miyazaki.

Riconoscimenti

Se non bastassero i siti internet a lui dedicati, le file di fan alle sue partecipazioni alle fiere del fumetto, i miliardi di yen guadagnati in merchandising e copie dei suoi successi, Miyazaki può vantare anche un vero e proprio palmares degno dei più grandi registi di pellicole cinematografiche.

Se infatti l’elenco dei premi vinti e delle nomination è infinito e basterebbe da solo a far arrossire un qualsiasi cineasta, a dare il colpo di grazia sono tre tra i più prestigiosi premi al mondo: con “La città incantata”, infatti, il maestro giapponese ha tra gli altri vinto, in un colpo solo, sia l’Orso d’oro della mostra cinematografica di Berlino che l’oscar come miglior lungometraggio d’animazione, mentre l’anno successivo, nel 2004, ha vinto il Leone d’oro alla mostra Internazionale del cinema di Venezia, con il suo “Il castello errante di Howl”.

Nel settembre 2013, proprio alla mostra Internazionale del Cinema di Venezia, dove ha presentato il suo ultimo lavoro “Si alza il vento”, ha annunciato il suo ritiro professionale, destando grande dispiacere in tutti i fan ed appassionati.

Nonostante questo, però, qualche mese fa si sono cominciate a spargere voci su un suo imminente ritorno alla regia, voci inizialmente smentite dallo studio Ghibli, che però comincia a far intendere che forse qualcosa si sta muovendo in tal senso, ridestando le speranze per tutti coloro che sono cresciuti apprezzando l’indiscutibile talento di Hayao Miyazaki.

Foto di copertina: Hayao Miyazaki Fonte Wikipedia Di 文部科学省ホームページ, CC BY 4.0, Collegamento

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