Ho avuto la fortuna di operare un restauro su una icona russa di una persona a cui era veramente cara, un regalo di uno zio a cui teneva molto.
Iconografia della icona russa
L’icona si presenta con una bellissima iconografia che comprende il tetramorfo, ossia la rappresentazione dei 4 evangelisti (Giovanni, Matteo, Luca, Marco) che prendono le sembianze di quattro esseri (aquila, un uomo alato, un toro e un leone), una serie di angeli e un Cristo benedicente sormontato da una Madonna e infine un Dio benedicente.
Mi piace molto in questa icona la cornice decorativa composta da rametti foglie che dopo la pulitura si sono rivelate di un bellissimo verde in più tonalità.
Tecnica di realizzazione di una icona russa
Le icone russe sono tipicamente realizzate su pannelli di legno, a volte un pezzo unico, a volte uniti tra di loro, solitamente tiglio o abete. Su queste veniva stesa una preparazione in gesso e colla, per uniformare i difetti del legno e creare uno strato adatto a ricevere pittura o doratura.
Spesso erano interamente decorate a foglia d’oro, con la tecnica a missione: la doratura e la conseguente lucentezza dell’opera erano a simboleggiare il divino di questa immagine.
Successivamente venivano dipinte a tempera all’uovo e successivamente verniciate spesso con olio di lino.
Nel nostro caso abbiamo una icona realizzata con meccatura, cioè c’è una stesura di una foglia d’argento successivamente verniciata con una tinta ambrata a simulare la tinta dell’oro. Questa tecnica preserva comunque la brillantezza tipica dell’oro ma consentiva di risparmiare sui materiali.
Lo stato dell’icona russa
L’icona russa in questione si presentava in buono stato, quello che si evidenziava subito era la presenza di fori di tarli e di una generale opacizzazione e scurimento della superficie pittorica, dovuta presumibilmente dalla ossidazione della vernice oleosa e dall’accumulo di polvere.
L’intervento proposto
Dopo essermi consultata con una collega restauratrice abbiamo ritenuto necessario un trattamento antitarlo, una successiva stuccatura dei fori di sfarfallamento, un consolidamento di un angolo che si stava rompendo e una pulitura non troppo aggressiva.
Era importante testare il prodotto giusto per la pulitura in modo da sciogliere lo sporco superficiale senza intaccare lo strato pittorico sottostante, soprattutto evitando di rimuovere la mecca e di arrivare alla foglia d’argento.
Le fasi di intervento
Per prima cosa abbiamo effettuato il trattamento antitarlo, con un trattamento anossico e poi con un classico antitarlo a pennello sul retro.
Poi abbiamo fatto delle prove di pulitura, individuando la miscela di solventi adatta a rimuovere lo sporco senza andare a intaccare la superficie pittorica.
Con la giusta miscela di solventi gelificati si è proceduto a pulire tutta la superficie mediante brevi impacchi.
Poi è stata la volta delle stuccature, realizzate con gesso e colla, oltre a una piccola stuccatura in cera sul fronte e l’utilizzo della balsite per consolidare una scheggia di legno che si stava staccando in un angolo.
A questo punto ho deciso anche di verniciare l’icona per restituirle ancora più luminosità. Successivamente ho effettuato piccoli ritocchi con i colori a vernice dove c’erano piccole lacune.
Ed ecco il risultato finale:
Il risultato finale ha restituito brillantezza alla superficie dell’icona, senza però togliere quell’atmosfera “antica” che la contraddistingue. Il degrado è stato arginato, ora non verrà più divorata dai tarli ed ha una nuova vernice protettiva a proteggerla.
Rimane da conservarla al meglio, lontano da fonti dirette di luce, non esposta al sole, lontano dall’umidità, spolverata e lontano da altri oggetti tarlati.