Vasi greci: la ceramica attica

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Della pittura Greca nulla è rimasto se non i vasi greci dipinti. La ceramica greca vanta una vastissima produzione dalla quale si può seguire l’evoluzione stilistica della pittura greca.

Il vaso greco è composto da diverse parti, il corpo, il collo, il piede, che venivano lavorati separatamente e poi uniti in un secondo momento usando argilla semiliquida. Strumenti in legno e osso servivano al ceramista per modellare al tornio la forma del vaso.

Dopo la tornitura il corpo del vaso veniva lisciato con uno straccio umido, poi venivano aggiunte le anse e le parti accessorie. Il vaso veniva poi immerso in un bagno di ocra gialla liquida che gli forniva una sorta di patinatura preliminare.

Le vernici della pittura vascolare greca

I colori rosso e nero che sono i colori principali dei vasi greci attici derivano in realtà dalla stessa vernice, che veniva ricavata nelle vicinanze di Atene. Il materiale usato era ricco di ossido ferrico, rosso, che però, cotto al forno in assenza di ossigeno si trasforma in colore nero.

Questo processo era reversibile, perché se si reintroduceva l’ossigeno nel forno la vernice da nera ridiventava rossa. La trasformazione però richiedeva più tempo a seconda dello spessore della vernice.

Nei vasi greci a figure nere il ceramografo solitamente stendeva il fondo, poi schizzava le figure con un punteruolo, poi le riempiva di un secondo strato di vernice e dopo incideva i dettagli.

Ceramica greca a figure nere, Achille e Aiace che giocano ai dadi, Berlín, Altes Museum – Fonte: Wikipedia Di Miguel Hermoso Cuesta – Opera propria, CC BY-SA 4.0, Collegamento

Nei vasi greci a figure rosse invece il pittore prima stendeva lo sfondo, poi schizzava le figure con il punteruolo, delineandone il contorno, con i dettagli a vernice a rilievo, quindi riverniciava lo sfondo risparmiando le figure.

Pyxis decorata a figure rosse, ca. 470–460 a.C., ora al Louvre. La scena rappresentata è il matrimonio di Peleo e Teti. Opera del Pittore del Matrimonio
Pyxis decorata a figure rosse, ca. 470–460 a.C., ora al Louvre. La scena rappresentata è il matrimonio di Peleo e Teti. Opera del Pittore del Matrimonio – Fonte: Wikipedia, pubblico dominio

La cottura dei vasi greci

La cottura dei vasi greci avveniva in tre fasi nelle quali i forni avevano un calore dagli 800 ai 1000 gradi di temperatura.

La prima fase serviva a fornire all’argilla un uniforme colore rosso brillante. La seconda fase, in cui il vaso era cotto in assenza di ossigeno, serviva a colorare in nero indistintamente tutte le parti dipinte. La terza fase, con ossigeno in forno, serviva a riportare in rosso le zone che erano dipinte in maniera meno spessa.

Nella tecnica a figure nere tornava in rosso lo sfondo, mentre nella tecnica dei vasi a figure rosse su sfondo nero sono le figure che cambiano colore, e lo sfondo, dipinto due volte, diventa nero.

Nel prossimo articolo prenderemo in esame quello che è uno dei vasi più spettacolari della ceramica attica: il vaso Francois, un cratere a volute dipinto a figure nere su sfondo rosso, di grandi dimensioni e dalla molteplicità di storie raccontate sulle fasce che lo compongono.

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