Skopas, Prassitele e Lisippo sono i tre maggiori artisti del IV secolo nella Grecia classica, che assurgono ad una fama enorme, anche se è un periodo complesso in cui nascono moltissime correnti stilistiche differenti.
Con l’inizio del IV secolo assistiamo al tramonto del manierismo fidiaco e si diffonde una tecnica ad esso, dove le masse vengono semplificate, il panneggio trattato in modo sobrio e comincia ad aleggiare nelle espressioni una sorta di tristezza.
Lisippo
Lisippo di Sicione, città in cui era nato una altro grandissimo artista come Policleto, è un artista attivo nella seconda metà del IV secolo ed è uno scultore che lavora alla corte di Alessandro Magno. E’ la prima figura che incontriamo di artista di corte, presso un imperatore.
Con Lisippo consideriamo aperta la cultura che definiamo ellenistica.
E’ una artista che affonda le sue radici ancora nella cultura classica ma che apre le porte a quella ellenistica.
Impersona il passaggio dell’artista dalla committenza cittadina alla committenza di corte, rielabora il canone policleteo e introduce all’interno della cultura greca una inclinazione al naturalismo che poi durante tutto il periodo ellenistico diviene la base portante della nuova cultura.
Fu un autore che viaggiò e scolpì molto e le sue opere non furono confinate nella corte ma portate a Roma, a Costantinopoli e vennero fatte un gran numero di copie. Cio nonostante non ci è arrivato nessun originale.
Apoxyomenos
Apoxyomenos significa letteralmente “atleta che si deterge”, che si lava. Il tema a prima vista sembrerebbe ancora il tema della figura maschile nuda, ma questo tema è stato svuotato da ogni significato interno.
L’atleta viene rappresentato nel momento meno eroico delle sue azioni. Non è un atleta vincitore, ma in un momento casuale e quotidiano. Quindi osserviamo come i temi apparentemente uguali, ma in realtà profondamente cambiati.
E’ importante il fatto che viene riformato il canone Policleteo. Lisippo mantiene la distinzione tra gamba tesa e quella flessa, però osserviamo che il peso della figura viene poggiando anche su quella flessa. Il peso viene equilibrato.
Osserviamo che le proporzioni policletee vengono allungate mentre la testa si fa più piccola. Inoltre le braccia sono entrambe tese in avanti, accompagnate da una leggera flessione del corpo. Lisippo rompe completamente e per sempre l’elemento della frontalità.
La statua che ormai ha una padronanza assoluta dello spazio è fatta per essere vista da tanti punti di vista e da ogni punto di vista dimostra di essere in un rapporto di relazione con lo spazio esterno.
L’Apoxyomenos è una delle opere più celebrate di Lisippo, il quale diviene molto famoso anche come ritrattista. Famosi i suoi ritratti di Alessandro Magno, di cui restano moltissime copie. Il sovrano è rappresentato con lo sguardo rivolto verso il cielo, una chioma imponente, gli occhi estremamente vivaci e brillanti.
Attraverso il ritratto di Alessandro il ritratto di corte trova una sorta di modello definitivo che arriverà inalterato fino al Medioevo. Quello che è rappresentato vuole riferirsi a un guerriero padrone del proprio destino, rappresentato in tutta la sua potenza ma anche in una sorta di divinità.
Busto di Socrate
Un’altra opera famosissima fu il ritratto di Socrate, commissionato a Lisippo dagli ateniesi, che lo collocarono nel ceramico, il quartiere consacrato alla memoria dei grandi cittadini ateniesi. Lisippo imposta una struttura volumetrica visibile da tanti punti. E’ rappresentato come un uomo di scarsa bellezza, ma superata attraverso la grande intelligenza.
La pensosità del viso da a quest’uomo una grande dignità. Lisippo imposta quelle che saranno le regole per la ritrattistica che sarà un genere molto utilizzato durante tutto il periodo ellenistico.