Skopas, Prassitele e Lisippo sono i tre maggiori artisti del IV secolo nella Grecia classica, che assurgono ad una fama enorme, anche se è un periodo complesso in cui nascono moltissime correnti stilistiche differenti.
Con l’inizio del IV secolo assistiamo al tramonto del manierismo fidiaco e si diffonde una tecnica ad esso, dove le masse vengono semplificate, il panneggio trattato in modo sobrio e comincia ad aleggiare nelle espressioni una sorta di tristezza.
Skopas
Uno dei massimi artisti è Skopas, attivo tra il 400 e il 350 a.C. proveniente da Paro. Le opere arrivatici sono pochissime, solo alcuni frammenti delle sculture frontonali del tempio di Atena a Tegea, di cui Skopas fu il costruttore.
Nei due frontoni aveva affrontato i temi della caccia al cinghiale Caledonio e il duello tra Telefo e Achille, due miti di eroi greci. Altre opere gli sono state attribuite per analogia di stile. Tra queste la Menade danzante, un fregio del Mausoleo di Alicarnasso, la Demetra di Cnido e una Testa di Arianna.
Skopas è un autore dal temperamento estremamente drammatico che crea le sue opere d’impeto ed evita di rifinirle. E’ come se le abbozzasse sul marmo aggredendo la materia con estrema violenza e questa materia la modella in profondità con scatti improvvisi e incontri di piani altrettanto bruschi.
Skopas imposta una scultura drammatica, passionale, in una sorta di rapporto feroce con la materia. Tutto questo deriva dal cambiamento nella società.
Testa di guerriero
Ad esempio lo vediamo nella Testa di guerriero proveniente da un frontone del tempio di Atena a Tegea: l’originalità di Skopas si rivela nel pathos, una espressione che non ha una diretta traduzione in italiano. E’ una sorta di attesa caricata di sentimenti.
Il pathos si evidenzia nelle sue opere e pervade i lineamenti delle sue statue. Attraverso il gioco chiaroscurale molto accentuato egli infossa gli occhi nell’ombra, fa risaltare molto luminosamente la fronte arcuata, la massa del naso è rilevata con energia e le labbra sono semi aperte in una sorta di ansia estremamente dolorosa.
Menade danzante
Una agitazione ancora più forte la troviamo nella figura della Menade danzante. E’ una figura femminile che danza, di cui possiamo vedere bene la posizione del corpo. E’ pressoché nuda, ha un leggero kitone gettato sul corpo, ma è molto vicina ad una figura femminile nuda.
Intorno al IV secolo la figura femminile inizia a venire ritratta nuda. Abbiamo una posizione del bacino spinta violentemente in avanti, il busto spinto indietro in una torsione, il viso volto verso l’alto con una capigliatura scomposta lungo la schiena.
La materia è trattata con una certa ruvidezza in cui i piani tra luce ed ombra si evidenziano attraverso una sorta di vitalismo sfrenato, passionale, ma tutto sommato anche doloroso.