La scultura greca arcaica appare legata alla questione religiosa (soprattutto ai primi tempi). I greci avevano una religione di tipo antropomorfico (gli dei hanno lo stesso aspetto degli uomini) ed eroico in cui gli Dei sono rappresentati simili agli uomini ma pieni di tutte le loro caratteristiche sia nel bene che nel male. Il pantheon è litigiosissimo. Tutte le caratteristiche umane sono portate agli dei in maniera massima.
Siamo soliti dividere la scultura greca in:
- attinente con l’architettura e
- statuaria monumentale,
che costituisce una grande novità nel mondo Mediterraneo ed è legata la mito di Dedalo, che fu il leggendario creatore del labirinto di Creta, ma anche colui che iniziò a creare sculture di grandi dimensioni, che presero il nome di “scultura dedalica”. Dedalo è un nome mitico che può identificare diverse persone, e significa “artefice ricco d’ingengno”.
E’ per la prima volta in Grecia che compare una statuaria monumentale e con ogni probabilità l’influenza che questi greci sentono è un’influenza egizia.
La scultura greca arcaica
La statuaria arcaica non corrisponde ad un principio di rappresentazione realistico. La scultura greca arcaica non nasce come oggettivizzazione, ma è in relazione alla religione e le statue sono oggetti che attraverso delle forme antropomorfiche esprimono l’idea della divinità.
Sono oggetti sacri che rappresentano l’uomo, ma anche la forma umana di cui la divinità è rivestita. Questo spiega perché le opere arcaiche siano caratterizzate da una assoluta immobilità, frontalità e sono estremamente schematizzate dal punto di vista dell’immagine. Le stesse parole greche con cui vengono indicate sono neutrali anche se le immagini rappresentano maschi o femmine.
L’immagine rappresentata è una idea resa attraverso l’immagine stessa, quello che gli autori rappresentano è un’idea.
Le opere vengono definite àgalma, xòana, in greco. Solo partendo da questo punto di vista è possibile cogliere il vero significato di queste opere, cioè il fatto che la figura rappresentata non è reale, ma è l’esteriorizzazione dell’idea.
Questo ci fa capire come l’artista di fronte all’opera sia assolutamente lontano da qualsiasi caratterizzazione psicologica (la figura non ha espressioni). All’artista greco non interessa una caratterizzazione psicologica perché non rappresenta una persona, ma l’idea di una persona. Non interessa la prospettiva, le proporzioni naturali, il movimento, la verosimiglianza perché sono tutti valori estranei all’ideale dell’artista nel periodo arcaico.
Questo porterà le opere della scultura arcaica greca ad essere assolutamente inespressive, le figure impostate in maniera rigidamente frontale e simmetriche. Tuttavia l’opera è accuratissima e la forma definita ottenuta attraverso passaggi graduali (sbozzatura, scalpellatura, levigatura) e la figura risulta sempre impostata in maniera unitaria.
Kore e Kouros nella scultura greca arcaica
Le figure femminili nella scultura greca si chiamano Kore (plurale= Korai) e le figure maschili sono dette Kouros (plurale= Kourai).
La figura femminile nella scultura greca arcaica è vestita, mentre quella maschile è nuda, la cosa si spiega ritornando alla civiltà greca in cui la donna svolge un ruolo esclusivamente limitato alla vita familiare e vive la sua vita in una posizione subordinata, non poteva disporre di se stessa.
In pubblico la donna è velata e non si poteva pensare ad un’opera in cui la donna apparisse nuda.
Il culto maschile in Grecia permette vari livelli di lettura. Nella civiltà greca esiste una separazione netta tra mondo femminile e maschile. Il primo è il mondo del privato, il secondo è il mondo pubblico, la parte politica ed economica della vita. Il mondo greco è appassionato di politica.
Gli uomini impostano una serie di rapporti interpersonali all’interno dei quali sviluppano una serie di manifestazioni e di affetti. Gli amori e gli affetti sono fra uomini.
Il concetto di bellezza nel mondo greco quindi si riversa nel mondo maschile, la bellezza è attributo maschile, il corpo femminile deve solo rispondere a esigenze di procreazione.
Il nudo è tipico solo della democrazie, in cui però contano i ceti più elevati. Non abbiamo mai nudi nella civiltà egizia, perché il vestito era simbolo dell’appartenenza sociale (status). La nudità è democratica perché non permette di decifrare la posizione sociale. Ma i nudi greci non sono per niente democratici, perché le figure nude nella statuaria greca rappresentano atleti, gente che evidenzia le migliori qualità del popolo, per cui i vincitori diventano spesso eroi o semidei.
La perfezione li avvicina a Dio. Ma solo le persone più ricche potevano prepararsi ai giochi e atleticamente a tempo pieno. La preparazione al gioco o alla guerra spesso coincidono. Saranno gli appartenenti all’aristocrazia di campagna o che si occupano di armi a prepararsi ai giochi olimpici. Questa nudità nasconde una concezione aristocratica di come deve essere l’uomo, e i valori in cui la società deve credere.
Vediamo in un prossimo articolo l’analisi di alcune opere della scultura greca arcaica in stile dorico e ionico.