La chiesa di Santa Sofia ad Istanbul, che all’epoca della sua costruzione si chiamava Costantinopoli, è una delle più grandi chiese cristiane.
Non esisteva all’epoca un edificio di grandezza simile, tanto che per le generazioni successive divenne un’opera leggendaria.
La prima chiesa di Santa Sofia ad Istanbul, nota semplicemente come Chiesa Grande, fu costruita da Costantino e dedicata nel 360. Era una chiesa a schema basilicale con copertura lignea e nel 404 fu distrutta da un incendio.
Anche la seconda chiesa fu distrutta dal fuoco durante la rivolta della Nika nel 532.
Uno degli sport più in voga all’epoca erano le corse dei cavalli, che mobilitavano due avversi partiti: i rossi e i verdi, con un tifo che raggiungeva il fanatismo violento. La rivolta della Nika si sviluppa in seguito ad una vittoria aggiudicata ad una fazione, ed il partito opposto cominciò una guerriglia urbana che dilaga nella città dal campo sportivo: mezza città fu bruciata e l’imperatore riuscì a contenere questa rivolta, che si tramutò in rivolta politica, solo grazie ad una azione violenta e precisa che seminò morti a volontà.
La rivolta del 522 ridusse in cenere la cattedrale, la chiesa di S. Irene, le terme di Zeuxippo e parte del palazzo imperiale. L’imperatore cominciò subito a ricostruire la città cominciando da Santa Sofia: cinque anni e mezzo più tardi, nel 537 la chiesa fu dedicata solennemente, il 27 dicembre 537.
Architetti di Santa Sofia a Istanbul
Gli architetti della chiesa furono due: Antemio di Tralles e Isidoro da Mileto.
Possiamo supporre che siano stati svelti perché avevano esperienza pratica oltre che conoscenze teoriche, ma in realtà non abbiamo notizie di altri edifici costruiti da loro.
Il progetto della chiesa di Santa Sofia di Costantinopoli non ha avuto antecedenti diretti e consiste in elementi comuni dall’epoca ma combinati in un modo particolare.
La chiesa di Santa Sofia di Costantinopoli non fu neanche imitata successivamente, anche se dobbiamo citare un referente per San Marco.
In ogni caso questa chiesa divenne un referente intorno al XVI secolo per la costruzione delle moschee ottomane. Questa unicità dell’edificio rende difficile classificarlo.
Pianta di Santa Sofia a Istanbul
La pianta può essere definita chiesa basilicale con cupola al centro oppure anche schema centrale perché se eliminiamo la pianta esterna è come la basilica dei Santi Sergio e Bacco.
Possiamo considerarla una basilica con cupola, con un’asse longitudinale e file di colonne lungo entrambi i lati della navata, ma questa definizione non è sufficiente per descriverla.
Secondo un’altra interpretazione la pianta di Santa Sofia è stata ottenuta dividendo a metà la pianta della Chiesa dei Santi Sergio e Bacco e inserendo tra le due parti la cupola. Gli architetti bizantini avevano una lunga esperienza come costruttori di cupole ma la cupola di Santa Sofia misura 31 metri di diametro, la chiesa è lunga circa 74,6 m e larga più di 69 m.
La cupola di Santa Sofia a Istanbul
Altra cosa importante è che la cupola non poggia su una muratura piena, ma è quasi sospesa per aria, si appoggia su degli enormi contrafforti, ma non direttamente, in pratica è come sospesa.
Gli architetti di Santa Sofia si resero conto che per un edificio di queste dimensioni era necessaria una massima precisione esecutiva.
La pianta di Santa Sofia a Istanbul fu disegnata con grande accuratezza e tutti i maggiori elementi portanti cioè i pilastri furono costruiti in pietra.
Disgraziatamente è una pietra calcarea, piuttosto tenera, ma meno soggetta alla compressione di una costruzione di mattoni con malta.
L’involucro esterno dell’edificio non ha una funzione strutturale, i muri non sono eccessivamente spessi, sono di circa 80 cm. Però anche qui furono usati blocchi di pietra fino all’altezza di 7 metri.
Le difficoltà vere e proprie cominciano quando la costruzione raggiunge la linea di imposta degli archi maggiori, cioè il punto dove l’arco scarica il suo peso.
Lo storico Procopio ci ha lasciato una descrizione vivacissima di tutte le crisi verificatesi durante la costruzione.
Mentre si costruiva l’arco principale a oriente, prima che si arrivasse alla chiave di volta, i piedritti cominciarono a inarcarsi verso l’esterno per il troppo peso e ancora attualmente la loro inclinazione è di 60 cm verso l’esterno rispetto alla verticale.
Gli architetti vanno dall’Imperatore che dà ordine di chiudere lo stesso l’arco.
Altri problemi li crearono gli archi a Nord e Sud, in questo caso siccome la muratura era ancora umida e pesava molto, si esercita un tale peso sulle pareti sottostanti che le colonne cominciano a sbriciolarsi.
E’ evidente che l’edificio cominciò a deformarsi ancora mentre era in costruzione. Quando si giunge alla base della cupola lo spazio da coprire era cresciuto rispetto al progetto iniziale, ciò nonostante la cupola fu portata a termine, ma durerà solo 20 anni: viene incrinata da una serie di terremoti da il 53 e il 57 e nel 58 la cupola crolla.
Secondo fonti storiche la cupola originale era di circa 7 metri più bassa della attuale e mentre secondo il progetto originale la base avrebbe dovuto essere un circolo regolare, questa cupola fu elevata su ellissi più larga di due metri circa a Nord e Sud.
Quasi certamente aveva come quella attuale delle nervature e come quella attuale doveva essere provvista di un camminamento alla base.
Luminosità di Santa Sofia a Costantinopoli
Le pareti sotto agli archi erano traforate da grandi finestre e questo permetteva una grande immissione di luce che dall’esterno penetrava all’interno, si rifrangeva sulle pareti decorate a mosaico e a questo proposito i relazione alla luce dobbiamo dire che la chiesa di Santa Sofia era famosa per la quantità luminosa.
Attualmente molte delle finestre sono state chiuse, i mosaici sono andai perduti, ovviamente la chiesa è pochissimo luminosa, ma le cronache insistevano tutte moltissimo sulla luminosità.
Il crollo della prima cupola fu causato dall’insufficienza dei supporti laterali, nel 58 fu creata una commissione di esperti fra cui Isidoro il Giovane, nipote di Isidoro da Mileto, la quale decise di ampliare i grandi arconi che vanno da Nord a Sud.
L’ampliamento permise di avere uno spazio centrale il più possibile vicino a un quadrato.
In questo modo la cupola non è più ellittica, bensì rotonda e inoltre fu alzata.
Alcune parti di questa cupola, sostanzialmente quella attuale, crollarono e furono ricostruite nei secoli successivi. Ad esempio 13 delle 40 nervature crollarono nel 989, altre 13 nel 1346.
Isidoro crea anche dei grandi contrafforti esterni: quattro contrafforti esterni furono alzati oltre fino a quasi alla base della cupola.
Se si considerano le vicissitudini di Santa Sofia di Istanbul in 14 secoli dalla sua elevazione, il suo stato di conservazione può dirsi miracoloso.
Hanno contribuito a questo risultato il grande rispetto dimostrato dai turchi per l’edificio e i periodici lavori di restauro, l’ultimo dei quali fu condotto alla metà dell’800 dagli architetti Gaspare e Giuseppe Fossati.
Ci furono molte perdite legate al culto cristiano, il ciborio, il bema, separato dalla chiesa da una transenna di 12 colonne e occupava gran parte dello spazio coperto della semicupola orientale, poi dal bema si passava con 1 porta attraverso uno spazio sacro cristiano.
Molti degli oggetti erano rivestiti d’argento, il che faceva risplendere di più la luce nella chiesa.
Le colonne di Santa Sofia a Costantinopoli
Nelle 4 esedre abbiamo 8 colonne di porfido rosso.
In questo periodo il porfido rosso non si estraeva più, quindi le 8 colonne sono di materiale di spoglio, recuperato da altri edifici e questo è evidente perché le colonne sono tutte di dimensioni differenti.
E questo materiale è talmente prezioso che anziché ridurre le colonne in modo che siano tutte alte uguali, non si scarta nulla, variando l’altezza dei piedistalli. E il porfido era ormai così prezioso che per certi rivestimenti fu tagliato in lastre di pochissimi millimetri.
Invece tutti gli altri marmi furono prodotti esclusivamente per la chiesa, le colonne verde antico della Tessaglia vengono prodotte tutte per la chiesa, ma neppure queste sono identiche, vi sono differenze fino a 16 cm di diametro e sono arrotondate in maniera molto approssimativa.
I capitelli possono essere suddivisi in due gruppi: il primo ordine ha un capitello di imposta piuttosto pesante, con volute appena segnate intagliate con foglie di acanto.
Nelle gallerie invece le colonne hanno capitelli ionici.
Solitamente le basi sono scolpite molto rozzamente e formano un blocco unico con il plinto.
Le differenze di altezza delle colonne di porfido sono un esempio minore dell’inosservanza delle regole classiche, non c’è interesse per la regolarità.
Nella navata alle quattro colonne del pianterreno si contrappongono le sei del terreno, e quelle sotto sono più grandi. Anche dal punto di vista strutturale è una soluzione poco corretta.
Se prendiamo in esame il nartece ci sono cinque porte esterne, neppure una di quest coincide con quelle interne. Tutti questi elementi conferiscono alla chiesa di Santa Sofia di Costantinopoli un forte elemento di sorpresa e senso di vitalità.
Se uno spettatore è legato alla visione classica, l’impressione e sconcertante.
L’interno della chiesa di Santa Sofia ad Istanbul è talmente imponente che spesso l’esterno è stato trascurato, tra l’altro oggi è difficile vedere l’esterno per i pesanti contrafforti che coprono la visione, una serie di edifici appoggiati, 4 minareti e il mausoleo dei sultano.