La storia politica di Ravenna e del suo essere capitale dell’Impero Romano riflette un dualismo tra Oriente ed occidente, e nei suoi mosaici si manifesta una fioritura artistica che va dal V al VI secolo, con una componente tipicamente occidentale e romana e una orientale da Costantinopoli.
Ravenna capitale dell’Impero Romano
Ravenna diventa capitale dell’Impero Romano d’Occidente dopo Milano, quando Onorio, premuto dai barbari guidati da Larico, è costretto a lasciare i territori aperti per asserragliarsi a Ravenna nel 402.
Ravenna in quell’epoca era un luogo sperduto, in un territorio malsano, acquitrinoso con un clima orrendo, ma l’imperatore Onorio è costretto a sceglierlo per difesa militare.
Quando Onorio muore Teodosio II inizia la riconquista del paese e Galla Placidia, sorellastra di Onorio, si installa a Ravenna, divenuta dominio bizantino, con il figlio Valentiniano II.
Nel frattempo l’Impero romano d’Occidente è continuamente invaso dalle incursioni dei popoli barbari, gli Unni, ed è in questo momento che Ravenna comincia il suo periodo di splendore e si arricchisce di fastosi edifici.
Nel 476 l’Impero romano d’Occidente finisce e l’Imperatore Zenone affida il governo dell’Italia a Teodorico, re di Goti, un grande ammiratore della civiltà tardo romana, e fece iniziare un periodo di splendore a Ravenna.
Con la sua morte inizia una lunga guerra greco -gotica, tra i bizantini e i goti.
Dopo la guerra Ravenna diventa capitale della prefettura d’Italia istituita da Giustiniano con la “prammatica sanzione”, nel 554, l’inizio dell’esarcato, cioè Ravenna diventa una provincia dell’Impero oltremare.
Giustiniano fu uno dei più grandi protagonisti che diede una impostazione sempre più orientale ai territori italiani, in questo momento la civiltà orientale (costantinopolitana) riesce a mantenere in vita una cultura superiore a quella Occidentale, che è in completa decadenza.
Questa civiltà riesce a conservare in sé l’antica eredità del mondo ellenico greco e romano contaminandosi anche però con i diversi paesi del Mediterranneo, con caratteristiche diverse.
E’ una civiltà di altissimo splendore, con stoffe, avori, miniature che provengono da botteghe della Siria, persiane, egiziane e attraverso questi canali arrivano in occidente quelle che sono le iconografie dell’arte orientale.
E per questo si afferma il valore cromatico, la questione di luce e materiale nell’arte bizantina.
Storia romana di Ravenna e i Longobardi
Possiamo dividere la storia monumentale di Ravenna in tre periodi:
- dal 402 al 493, quando Ravenna dopo un lungo assedio venne riconquistata da Teodorico
- il periodo ostrogoto, di influenza bizantina, fino al 540 quando, in seguito alle guerre greco-gotiche l’Impero Romano d’Oriente conquista direttamente Ravenna tramite il suo capo militare Belisario, uno dei più grandi strateghi.
- il periodo bizantino vero e proprio, dal 540 al 751, il periodo in cui Ravenna è capitale dell’esarcato
Nel 751 Ravenna cade poi sotto i Longobardi, che già intorno al II secolo d.C. erano attestati nella zona ungherese, e poi entrano a far parte come truppe mercenarie nell’esercito dell’Imperatore bizantino. Sono anche ammiratori dell’Impero romano e cercano di entrare negli strati più alti dell’impero, accettandone la cultura.
Il periodo dell’esarcato termina con il 751 perché in questo periodo arrivano i longobardi, tribù barbariche.
Benevento diventa un loro esarcato importantissimo, si stanziano in Italia e quando l’esercito bizantino è debole, alla metà del 700, lo annientano.
I Longobardi si differenziano dagli altri popoli barbari per un motivo: non hanno alcun tipo di reverenza nei confronti dell’antica civiltà romana, laddove tutti gli altri sono colpiti dalla ricchezza e civiltà di cui il popolo romano è erede.
Non si inseriscono nello stato, ma portano con sé la propria organizzazione. Stracciano quel tessuto che fino al VI secolo nelle provincie si era mantenuto.
I longobardi portano le loro leggi, non più impostati sulle leggi romane scritte, ma sono leggi orali impostate sulla faida, la vendetta privata.
Ciascuno si vendica se pensa che i propri diritti siano stati calpestati, si fanno giustizia da soli, quindi i più deboli subiscono la giustizia.
I Longobardi e la società feudale
I longobardi organizzano il territorio dal punto di vista anche militare, non sono interessati alle terre di pianura, la più ricca e appetibile per i raccolti, non sono interessati a coltivare la terra, con loro nasce la società feudale, impostata su caste chiuse, ceti chiusi dove chi nasce in una casta vi rimane.
Alla base vi sono i servi della gleba, schiavi che si occupano di agricoltura.
I longobardi tengono per sé il mestiere socialmente migliore, sono cioè guerrieri e militari.
La casta militare si identifica con la nobiltà.
I Longobardi scendono in Italia per le strade consolari, quindi le prime città distrutte sono quelle lungo queste strade, poi si attestano sulle colline e da lì dominavano i luoghi di accesso, le strade e i dintorni. Quindi il controllo dei Longobardi è un controllo militare del territorio.
I Longobardi non hanno uno Stato come lo intendiamo noi oggi, ma si muovono per clan, per orde, con un capo che ha dei guerrieri, e più ne ha più territori domina,, più si allargano la quantità di territorio, più il signore feudale tende ad aumentare i suoi armigeri.
Però non c’è un accordo, i signori sono sempre in lotta. In teoria c’è un re, che in Italia risiede a Pavia, la capitale del regno in Italia, ma il re non ha nessun potere perché è senza esercito, è costretto, attraverso alleanze, ad ottenere combattenti dai suoi duchi, che gli danno l’esercito se gli conviene.
C’è un continuo scambio tra re e duchi che contrattano con lui per ottenere delle guarantigie, come ad esempio niente tasse o patenti di nobiltà. Si crea una grande piramide sociale con al vertice il re, i duchi che spesso eleggono il re e che hanno più potere se hanno molto esercito, che risponde ai duchi, non al re.
Un’organizzazione di questo genere eliminerà il commercio, è una società completamente agricola impostata sul feudo, impostata su una economia curtense, il feudo produce per sé e consuma quello che produce.
Questo porta ad una società chiusa, ristretta e senza viaggi, impostata in maniera militare, gente ignorante e la Chiesa è l’unica fonte di cultura, una economia di pura sussistenza.
La società feudale viene portata dai Longobardi e durerà migliaia di anni, cade solo con la rivoluzione francese alla fine del ‘700.
Vediamo nel prossimo articolo quali sono gli edifici più rappresentativi dell’architettura bizantina a Ravenna dei tre periodi del suo splendore.