Partenone sull’Acropoli di Atene, scopriamolo

Partenone di Atene

In questo articolo parliamo di:

L’Acropoli di Atene era per la città il luogo sacro per eccellenza e il posto centrale sull’Acropoli spetta al Partenone, tempio dedicato ad Athena Partenos. E’ la dea vergine, la protettrice della città e in cui la città si identifica dal punto di vista spirituale.

La ricostruzione della città di Atene rappresenta un momento di forza morale chiarissimo. Il Partenone, voluto e pensato da Pericle, costruito con i soldi della Lega Delia, come simbolo della grandezza e della eccezionalità di Atene, ancora oggi continua ad avere un significato simbolico profondo, in quanto evidenzia e simboleggia l’egemonia ateniese anche dal punto di vista artistico nel periodo classico.

Il Partenone

Siamo in presenza con il Partenone di un tempio periptero, che ha al suo interno una doppia cella, una più grande con tre navate mentre l’altra più piccola, organizzata su quattro colonne. Il pronao e l’epistodomos hanno 6 colonne. Poi abbiamo un giro di colonne attorno, nelle facciate principali 8 colonne (quindi un tempio octastilo) e nei lati 17 colonne.
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Il Partenone è costruito in stile dorico, ma è uno stile dorico alleggerito rispetto alla gravosità della massa dei templi dorici precedenti, in cui gli elementi aggettanti sono meno evidenziati.

Pianta del Partenone di Atene
Pianta del Partenone di Atene

Cambiano quindi tutte le proporzioni che erano caratteristiche nello stile dorico arcaico e quindi osserviamo come lo stile sia rivisto con una sensibilità ionica, più interessata agli elementi di lieve trapasso chiaroscurale.

Il canone architettonico nel tempio Partenone viene rivisto e di crea un canone proporzionale che nasce proprio all’interno del Partenone di Atene. La lunghezza ad esempio in confronto con la facciata, è di 17 colonne contro le 8 in facciata. Nel tempio greco ogni particolare, ogni misura si ottiene in rapporto ad un modulo. Il canone veniva applicato anche ai templi e regolava anche i dettagli più minuti, come l’altezza della trabeazione e persino le volute dei capitelli, le scanalature delle colonne e qualsiasi altro particolare visivo.

Tempio Partenone Acropoli di Atene
Il Partenone in una foto del 1978 – Fonte: Wikipedia Steve SwayneThe Parthenon in AthensCC BY 2.0

In epoca classica queste grandezze cambiano rispetto ai templi arcaici e diventano, soprattutto in relazione allo stile dorico, più morbide visivamente. E’ uno stile dorico che ha in sé una parte di pittoricismo caratteristica dello ionico.

Le correzioni ottiche nei templi greci

I greci curvavano ancora le linee rette: i contorni dei piedistalli, le cornici, le colonne, tutto è lievemente curvato, le curvature rispondono a precisi calcoli numerici. Tutti questi calcoli numerici nel periodo classico vengono lievemente alterati rispetto alle opere del periodo arcaico.

Per quanto riguarda le correzioni ottiche, queste consistono nelle curvature delle linee orizzontali (stilobate), nella curvatura verso l’interno delle colonne.

Tutto l’edificio del Partenone è esaltato dalla decorazione pittorica e scultorea. Anche il Partenone era policromo, ma trattato con colori meno violenti di quanto fosse in uso. Questa policromia era limitata ad alcune modanature, ai cassettoni dell’edificio e la policromia sottolineava la struttura dell’edificio senza prevaricarla. E’ una policromia meno violenta e meno ricca.

Le colonne del Partenone

La scelta octastila costituisce una deroga rispetto ai canoni tradizionali e rappresenta un esplicito riferimento ai grandi templi ionici dell’Asia Minore. Le colonne infatti sono molto ravvicinate in un rapporto quindi serrato compensato dallo slancio verticale della colonna.

I portici attorno alla cella sono strettissimi, il naos è amphiprostilo ed esastilo. La navata centrale è grandissima, divisa in tre navate da un doppio ordine di 10 colonne doriche e ha sul fondo un deambulatorio preceduto da una fila di cinque colonne.

La statua di Atena sorge al centro dell’edificio, inquadrata da colonne sui tre lati. Dopo l’opistodomos vi era un ambiente breve coperto da un soffitto a cassettoni sostenuto da quattro colonne ioniche, destinato a contenere il tesoro della dea.

La storia del Partenone di Atene

Il Partenone nel IV secolo d.C. viene trasformato in una reggia, dal V al XIII viene trasformato in una chiesa Cristiana e sotto la dominazione turca diventa una moschea. Alla fine del ‘600, durante la guerra tra turchi e veneziani era stata trasformata in una santa barbara, cioè il luogo dove venivano messi gli esplosivi. Il Partenone, centrato da una bomba veneziana, venne distrutto.

Solo nei primi anni dell’800, per il ridestarsi dell’interesse per il mondo classico, parte delle sculture superstiti venne raccolta dal francese Choiseul- Goffier e dall’inglese Lord Elgin, i quali trasportarono queste sculture nei musei di Londra e Parigi, togliendole con molto danno al loro luogo originale.

L’edificio subì poi un restauro nel 1933, che lo liberò da tutta una serie di parti aggiuntive che nei secoli si erano incrostate.

Le decorazioni del Partenone e Fidia

All’interno del Partenone le zone decorate a rilievo sono i frontoni, le metope e poi c’è un lungo fregio continuo che viene svolgendosi tutto attorno alla cella.

Il direttore dei lavori era stato Fidia. La tradizione letteraria ci ha trasmesso i nomi e numerose descrizioni di opere di Fidia, come un monumento a Delfi per celebrare la vittoria di Maratona e una grande statua bronzea, Atena Promacos. Ammiratissimo sia dai contemporanei che dai posteri, costruì anche la grande statua crisoelefantina di Atena Parthenos, collocata all’interno della cella del Partenone, oltre che una colossale statua crisoelefantina del dio Zeus, collocata nel tempio di Olimpia.

Fidia, statua di Atena Parthenos
Atena Varvakeion, scultura votiva rinvenuta nei pressi della scuola di Varvakeion riflette il tipo dell’Athena Parthènos restaurata: periodo romano, II secolo d.C. (Museo archeologico nazionale di Atene).
Fonte: Wikipedia Unknown (After Phidias’ Athena Parthenos), NAMA Athéna VarvakeionCC BY-SA 3.0

Oggi per valutare l’opera di Fidia non ci rimangono altro che le sculture, molto mutile, del Partenone, che peraltro sono più che sufficienti per capire le grandi innovazioni di questo artista, e la ragione per cui fu tanto ammirato dell’antichità.

Fidia è ateniese, nato attorno al 485 a.C. e raggiunge il massimo della sua carriera dal ’50 al ’30. In effetti Fidia non interviene manualmente nei lavori sul Partenone, ma ha sotto di sé varie squadre di lavoratori, i quali in un tempo relativamente breve, circa 15 anni, prima sbozzano e poi eseguono l’enorme lavoro impostato sulle metope, sul fregio, sui frontoni.

Fidia si limita alla scelta e alla composizione dei soggetti, alla creazione dei modelli, e interviene direttamente solo nelle parti più importanti. Tuttavia tale era la forza della sua personalità di artista che tutto il complesso scultoreo risulta essere molto unitario, e salvo qualche parte secondaria dove traspare la mano più pesante degli aiuti, tutta l’impostazione scultorea risulta essere improntata a grande lievità.

Inoltre questo lavoro a squadre cresce una vera e propria generazione di artisti che anche in altri lavori porteranno con sé lo stile di Fidia.

Le metope del Partenone di Atene

Le metope furono eseguite per prime, in quanto dovevano essere poste assieme alla trabeazione. Sono 96 metope che misurano ciascuna 1,60 x 1.06 circa. Adornano l’intero fregio alternandosi ai triglifi e praticamente i temi trattati in qualche modo rimandano alla vittoria dei Greci contro i barbari Persiani.

Nella facciata ad Est viene trattato il tema della gigantomachia (lotta tra dei olimpici e i giganti), quindi il trionfo degli Dei olimpici contro questi giganti che hanno osato sfidarli.

Nel lato Ovest viene trattato il tema della amazzonomachia, l’eroe greco Teseo contro le Amazzoni. Le amazzoni sono un popolo guerriero dove il potere veniva gestito unicamente dalle donne, cosa sentita dalla società in maniera assolutamente immorale. Nella guerra tra Teseo e le Amazzoni queste vengono sconfitte, simbolo di un ritorno alla moralità civile.

Nel lato Nord viene trattato il tema dell’Iliupersis, ossia della distruzione di Troia ad opera dei Greci.

Nel lato Sud viene trattato il tema della centauromachia, la battaglia tra Centauri e Lapiti e quindi simboleggia la vittoria dell’ordine morale sulle disordinate passioni.

Metopa del partenone Centauro contro un lapite, Londra, British Museum
Metopa del partenone Centauro contro un lapite, Londra, British Museum – Fonte: Wikipedia anonymous, AC marblesCC BY-SA 3.0

Tutti temi in realtà parlano e sottintendono il tema dell’ordine sul tema del disordine. L’ordine è civile, razionale, logico e a questa razionalità deve tendere l’uomo.

Le metope meglio conservate del Partenone appartengono al gruppo della centauromachia e svolgono attraverso una serie di immagini questo tema della lotta tra due forze opposte: umana e bestiale.

Osserviamo una delle metope della centauromachia: sul fondo liscio e uniforme spiccano i corpi realizzati sinteticamente e uniti dal solo contorno disegnativo. Le energie che si sviluppano da questi duelli mortali sono trattate attraverso un equilibrio dinamico, le figure sono rappresentate stabili, ma da questa stabilità si evidenzia anche la tensione.

Metope centauromachia partenone
Metopa del Partenone – Fonte: Wikipedia Phidias, CC BY 2.5 https://creativecommons.org/licenses/by/2.5, via Wikimedia Commons

Solitamente le figure dei lapiti vengon orappresentate nude o rivestite solo da mantelle, come anche i centauri. Laddove i Lapiti sono rappresentati sempre giovani, rimandando alla figura del kuros, con poche variazioni o individuazioni per quanto riguarda la differenza espressiva, invece le figure dei centauri sono rappresentate in età più avanzata col volto solitamente ricoperto dalla barba, per i Greci elemento disonorevole, e con espressioni molto individuate come se si evidenziasse una sorta di dolore all’interno di questa bestialità, di cui i centauri sono consapevoli ma che non riescono a dominare.

Il fregio del Partenone

Alla serie dei quadri delle metope, legati da un tema, ma che hanno ciascuno un proprio ritmo compositivo, segui l’esecuzione del fregio continuo, collocato a 12 metri di altezza, che corre tutto intorno alla cella.

E’ un fregio lungo circa 160 metri, avvolge completamente la cella come una sorta di rotolo narrativo ed è un motivo chiaramente ionico.

Per la prima volta viene qui trattato un tema realistico e non mitologico, e cioè la processione delle Panatenee, la maggiore festa religiosa della città di Atene. E’ un tema religioso ma anche civile.

Nel fregio del Partenone è raffigurata la processione di tutto il popolo ateniese che durante le feste delle Panatenee si reca al santuario della dea sull’Acropoli portando in dono un peplo tessuto dalle vergini del paese e gli animali destinati al sacrificio.

Fregio del Partenone Atena, a sinistra, ed Efesto assistono alla processione
Fregio del Partenone Atena, a sinistra, ed Efesto assistono alla processione – Fonte: Wikipedia Unknown artistUnknown artist, East frieze 36-37 Parthenon BMCC BY 2.5

Per la prima volta nella storia dell’arte Greca è rappresentato su di un tempio un fatto reale e non un fatto mitico od epico. Però tutta la realtà di questo evento religioso, a cui partecipano dei e uomini sullo stesso piano, assume un valore ideale.

Infatti sono rappresentati nel fregio del Partenone i 12 dei olimpici, più due divinità minori, una che rappresenta la Natura, e l’altra la Passione degli uomini.

La processione è raffigurata in successivi momenti, da quando si forma nel quartiere ateniese del Ceramico a quello in cui si suddivide in due cortei e poi si ricongiunge di fronte alle 12 divinità olimpiche.

Queste sono rappresentate in tutto e per tutto simili agli uomini, salvo che per l’altezza, però sono rappresentate sedute su scranni preziosamente intagliati, ragion per cui non sovrastano gli uomini in altezza.

Il corteo varia il suo ritmo compositivo a seconda dei personaggi trattati. Il ritmo è molto gioioso e concitato quando è rappresentata la cavallerie ateniese, in cui i giovani cavalieri trattengono a stento le cavalcature che si impennano.

Il ritmo si placa quando vengono rappresentati i portatori delle offerte, e si interrompe quando i buoi portati per il sacrificio si impennano e cercano di tirarsi indietro, si conclude con l’incedere solenne delle vergini che portano il peplo per la Dea.

Nel fregio del Partenone sono rappresentate tutte le classi ateniesi, unite dal vincolo religioso ma anche da quello civile.

I frontoni del Partenone di Atene

Il tempio è in marmo del Pentelico, un marmo molto pregiato. I frontoni del Partenone, come tutto il resto della decorazione scultorea, sono stati oggetto di manipolazioni, furti, scassi, che ci rendono molto difficile identificare con esattezza come doveva essere la scultura originaria.

Particolarmente preziosi per darci una idea di come dovevano essere sono i disegni eseguiti nel 1674 da Carrey. Oggi ci è difficile identificare i personaggi del frontone anche se sappiamo quali sono i temi trattati, cioè la nascita di Atena e la lotta tra Atena e Poseidone per il dominio dell’Attica.

Il gruppo scultoreo del frontone occidentale (ricostruzione)
Il gruppo scultoreo del frontone occidentale (ricostruzione) – Fonte: Wikipedia anonymous, Reconstruction of the west pediment of the Parthenon 1CC BY-SA 2.0

Quello che si è salvato dei frontoni del Partenone ci permette di ammirare il modo in cui Fidia imposta una nuova concezione plastica: per la prima volta infatti questo grande Maestro svincola la decorazione dei frontoni dalla schiavitù del piano frontale e della simmetria. Mentre nei frontoni precedenti i gruppi restavano ancorati a una visione frontale e simmetrica, nel Partenone Fidia abolisce la figura centrale che faceva da spartiacque e lascia vuoto il vano centrale, oppure lo fa occupare da un elemento secondario di piccole dimensioni.

In questo modo, avendo eliminato questo punto di riferimento è libero di organizzare tutta la composizione con grande libertà. Così ogni personaggio acquista autonomia e osserviamo che le statue non si presentano mai frontali ma sempre di scorcio, e lo scorcio è un mezzo espressivo che Fidia utilizza in maniera magistrale al limite di ogni possibilità tecnica.

In questo modo si organizzano una serie di volumi plastici che creano una sorta di grande onda ritmica.

Ad esempio vediamo il particolare di Dioniso, l’unica statua di cui è rimasto intatto anche il capo. Vediamo come il corpo rappresentato in maniera estremamente atletica, con i volumi ampli dei muscoli pettorali impostati su una ossatura estremamente salda, ma osserviamo anche la posizione di abbandono in cui il corpo è descritto.E’ descritto per elementi sintetici, ma in cui la vitalità e il moto è evidenziato.

Dioniso Frontone Partenone
Dioniso – Fonte: Adamaris Molina, under supervision by Phidias, Dionysos pediment Parthenon BMCC BY 2.5

Un altro gruppo che ci è arrivato ben conservato è quello di Hestia, Dione e Afrodite, dove osserviamo come lo scalpello del maestro si adegua al soggetto femminile e si fa molto delicato nei passaggi chiaroscurali e crei una realizzazione superba nel modo in cui è trattato il panneggio, i corpi delle divinità si evidenziano attraverso una increspatura delle pieghe che rivelano, più che celare, le forme del corpo. E si crea una sorta di luminismo.

Hestia, Dione e Afrodite Partenone
Hestia, Dione e Afrodite Partenone – Fonte: Wikipedia © Marie-Lan Nguyen / Wikimedia Commons / CC-BY 2.5East pediment KLM Parthenon BMCC BY 2.5

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