Nella prima metà del XIII secolo in Toscana primeggiano due città ghibelline che sono Pisa e Lucca, alleate dell’Imperatore nella cui area coesistono influenze diverse, sono quindi luogo di incontro tra la cultura orientale e bizantina con influssi della cultura crociata e gli stilemi che provengono dalla padania.
Già intorno alla metà del secolo questa situazione si anima ancora di più con l’apertura di numerosi cantieri che sono dipendenti dalla commissioni imperiali di Federico II, come il castello di Prato e l’Abbazia di San Gargano.
Quindi questa committenza richiama in Toscana botteghe di scultori e architetti legati alla cultura sveva del meridione d’Italia.
Nicola Pisano è citato nei più antichi documenti come Nicola de Apulia, nasce intorno al 1215-20 e muore tra il 78-84.
La formazione di artista nasce in ambito federiciano, imperatore che arriva dal Nord strappando agli arabi e l’Italia del Sud ed ha un preciso programma culturale in quanto programmaticamente recupera quanto è possibile della cultura classica, quanto si conosce.
E allora parte di questa cultura viene ereditata tramite la cultura islamica ed ebraica.
E’ un imperatore cristiano che però manifesta una grande vastità di orizzonti, in quanto sappiamo che all’interno della sua corte ci sono uomini provenienti da molte culture diverse.
L’attività di Nicola Pisano e di quelli che saranno i suoi due più importanti seguaci, il figlio Giovanni Pisano, e l’allievo Arnolfo di Cambio, segneranno tutta la cultura del ‘200 in ambito europeo.
La fama di Nicola Pisano è legata soprattutto alle sue opere in scultura, ma fu anche architetto.
A lui vengono attribuite alcune tra le più innovative realizzazioni dell’architettura toscana.
Nicola Pisano a Pisa
Ad esempio Nicola Pisano interviene nel Battistero di Pisa iniziato da Diotisalvi.
A lui viene ascritta la creazione degli archetti cuspidati che troviamo nel secondo ordine del Battistero.
Sono 60 archetti inquadrati da 30 cuspidi gotiche e determinano un effetto visivo estremamente dinamico.
Pare che, sempre di Nicola Pisano sia il progetto della corona di cupola impostata sul perimetro esterno del Battistero, che si avvolge su quella conica a pan di zucchero di Diotisalvi.
Dopo questi interventi di Nicola Pisano l’area monumentale pisana sarà completata dal figlio Giovanni Pisano, il quale interverrà aggiungendo un terzo ordine esterno in cui abbiamo le bifore sormontate da cuspidi, che dipende dall’intervento del figlio Giovanni.
Nicola Pisano a Siena
A Siena, altra città ghibellina, Nicola Pisano dal ’47 al ’68 circa lavora al Duomo di Siena.
E’ un edificio a croce latina, a tre navate scandite da campate rettangolari sostenute da alti pilastri a fascio. Lo slancio verticale appare smorzato dall’utilizzo di archi a tutto sesto che separano la navata centrale da quelle laterali e da una cornice marcapiano che impedisce la verticalità.
Questa orizzontalità è accentuata dalla bicromia bianca e verde scura ispirata alla cattedrale di Pisa. Sul presbiterio si eleva una grande cupola poggiante su sei pilastri disposti ad esagono irregolare uniti da arconi di diversa altezza.
Il più alto è l’arco trionfale che dà accesso alla navata centrale.
Questo esagono diventa un dodecagono nel tamburo che è ornato esternamente da due gallerie.
E’ un edificio che poi viene ristrutturato e ingrandito nei decenni successivi.
Il figlio Giovanni Pisano nel periodo che va dal ’84 al ’98 aggiunge una campata alla navata centrale e costruisce la parte inferiore della facciata contraddistinta da questi tre grandi arconi strombati.
Sono profondi portali a tutto sesto sormontati da timpani triangolari ornati con sculture.
Nel 1317 poi viene ampliato il cono con un rifacimento delle volte della navata. Il progetto prosegue poi nel ‘300, ma la peste del ’48 poi blocca i lavori che non vengono più ripresi.
Meno incerto era l’intervento di Nicola Pisano in S. Trinità a Firenze.
Negli anni ’40 Nicola è a capo di un’impresa molto ampia e ramificata e lavora con molti aiuti alle sue dipendenze.
Prima del 1250 la bottega è attiva nel Duomo di Siena dove esegue quattro teste capitello nella parte Nord e 22 teste nella cornice del tamburo.