Mosaici di Ravenna: da Galla Placidia a San Vitale

Mosaici ci di Ravenna

In questo articolo parliamo di:

I mosaici di Ravenna del V-VI secolo formano un gruppo omogeneo per lo stile e la loro storia. E’ un gruppo di opere molto importanti da cui si deduce una inconfondibile originalità sia rispetto alla pittura bizantina orientale, sia rispetto alle opere coeve di altre zone d’Italia.

Questo gruppo di mosaici ravennati è influenzato da arte orientale, ma sono diverse dall’arte di Costantinopoli, eredi della visione romana ma anche ormai diversi dall’arte romana. E’ come un punto di incontro, di confluenza tra arte romana e arte orientale, ma sono un prodotto totalmente nuovo.

Quello che proviene da oriente nei mosaici di Ravenna è determinato da un decorativismo molto accentuato e da un cromatismo rimarchevole.
Dell’arte romana mantengono la grandiosità ma sopratutto il realismo. E’ un incontro di due mondi diversi che produce risultati eccellenti.

Mosaici di Galla Placidia

Abbiamo visto in questo articolo come Galla Placidia sia un mausoleo, ha un valore funerario e per questo si usano negli affreschi musivi tutti colori freddi.
E’ un edificio della metà del V secolo e osserviamo che a livello decorativo tutto il primo ordine si esprime attraverso il marmo fino a dove incomincia l’imposta dei grandi archi.

Da li in poi invece c’è la decorazione musiva. Abbiamo una arte figurata che si limita alle lunette delle volte, corrispondenti ai quattro bracci, con raffigurazioni, poi abbiamo altre quattro raffigurazioni sulle lunette della cupola. Tutto il resto della decorazione musiva che ricopre le pareti e le volte fondendosi con l’architettura come se fosse una sorta di stoffa che ricopre la muratura. Sono essenzialmente decorazioni floreali o astratte.

Soffitto del mausoleo di Galla Placidia a Ravenna
Soffitto del mausoleo di Galla Placidia a Ravenna – Fonte: wikipedia IncolaSoffitto Galla Placidia RavennaCC BY-SA 3.0

Nella cupola vediamo una serie di giri, di cerchi stellati che compongono una volta celeste, oro su blu scuro.
Osserviamo che una fioca luce si rifrange entrando da spesse lastre di alabastro le quali chiudono le finestrelle e questa luce si moltiplica sulla superficie irregolare delle tessere. La luce rimbalza tra una tessera e l’altra.

Nelle quatto lunette che corrispondo ai bracci della croce, sono raffigurati il buon pastore, S lorenzo che muore al martirio e sulle due pareti opposte cervi che si abbeverano alla fonte.

Il Buon Pastore rappresenta simbolicamente Cristo tra i fedeli. Ci troviamo all’interno di una scena agreste e quindi è evidente il legame con il mondo ellenistico e romano.
Questa visione di mondo campestre si rifà direttamente alle poesie romane dedicate alla vita agreste.

Gesù il buon pastore. Celebre opera musiva del Mausoleo di Galla Placidia, a Ravenna.
Gesù il buon pastore. Celebre opera musiva del Mausoleo di Galla Placidia, a Ravenna. – Fonte: Wikipedia, pubblico dominio

In questa scena c’è il pastore vestito con la clamida, la veste dei ricchi, è rappresentato al centro e tutte le pecore voltano simmetricamente la testa verso di lui.
La composizione è fondata su ordine e simmetria, ma osserviamo come vi siano ancora numerosi elementi realistici, soprattutto nel paesaggio e osserviamo che alla base della composizione c’è ancora una visione prospettica, cioè profondità, gli elementi sono organizzati su diversi piani e anche nel Cristo.

I colori sono chiari, luminosi, sono colori freddi ma mattinali.
Quindi di romano c’è il realismo e la visione prospettica, di orientale i colori e la simmetria, la staticità

Poi sui pennacoli della cupola sono ritratte le figure degli apostoli, con la clamida, raffigurati in gesti oratori e anche questi richiamano direttamente ancora la statuaria romana.
Questa varietà di temi trattati nell’edificio viene unificata da una suggestione sacrale di chiara origine orientale, l’elemento più innovativo di tutto il complesso.

Mosaici del battistero degli Ortodossi a Ravenna

La decorazione musiva del Battistero degli Ortodossi a Ravenna è impostata anche qui per fasce orizzontali. La decorazione del primo ordine è impostata esclusivamente su marmi.

Su ogni sfaccettatura del Battistero degli ortodossi si aprono grandi arcate e all’interno dell’arcata sempre una decorazione marmorea.

Poi c’è un secondo ordine che corrisponde alla parte finestrata, ciascuno spicchio della muratura è contrassegnato da questi otto arconi, contrassegnato da due materiali diversi, lo stucco e il marmo.
A lato di ciascuna finestra abbiamo quattro edicole architettoniche inserite in un grande arcone sostenuto da colonne, tutto in stucco, poi con decorazioni in marmo.

Dopo di che abbiamo a livello architettonico l’elemento del tamburo. Osserviamo che si aprono i pennacchi. Ci sono cespi di acanto, che nascono dai pennacchi e arrivano fino al centro della cupola.

Soffitto del Battistero Neoniano a Ravenna con gli apostoli
Soffitto del Battistero Neoniano a Ravenna con gli apostoli – Fonte: Wikipedia ThePhotograferBaptistry of Neon – Apostles mosaicCC BY-SA 4.0

Abbiamo i segni del potere della chiesa presentati su cattedre o su cuscini in una impostazione scenografica che architettonicamente ci rimanda al gusto tardo romano, sedie, cattedre, all’interno di spazi architettonici e scenografici. Poi vi sono transenne d’argento, cuscini gialli e viola, drappi arancioni, edicole d’oro che danno a questi oggetti un tono magico ed anche astratto.

Interno del Battistero degli Ortodossi Ravenna
Interno del Battistero degli Ortodossi Ravenna – Fonte: Wikipedia LstoratoDettaglio finestra cupolaCC BY-SA 3.0

Sempre separati da cespi d’acanto nell’ordine successivo, che corrisponde alla volta, abbiamo la rappresentazione degli apostoli in processione, con le clamide, in mano le corone del martirio e incedono con grande dignità volgendo il volto di prospetto.
Sono figure monumentali però appiattite, e sembra si intarsino su questo fondo d’oro, però se noi guardiamo i visi, riaffiora il realismo classico, quello di origine romana.
In cima alla cupola abbiamo una scena di battesimo.

Mosaici di S. Apollinare Nuovo

Tra il Battistero degli Ortodossi e S. Apollinare nuovo intercorrono circa 50 anni. Nei mosaici di S. Apollinare Nuovo abbiamo completamente decorate le due aree del cleristorio e abbiamo una triplice serie di mosaici.

Nel riquadro più in alto, nella fascia superiore, la più antica, abbiamo i tre riquadri con storie di miracoli che sono alternate a motivi decorativi e simbolici.
In queste scene la narrazione ha notevole vivacità anche se non raggiunge mai punte drammatiche.

mosaici di Sant'Apollinare Nuovo Ravenna
Mosaici di Sant’Apollinare Nuovo Ravenna – Fonte: Wikipedia Chester M. WoodSant Apollinare Nuovo South Wall PanoramaCC BY-SA 4.0

Osserviamo che le figure sono estremamente salde e mantengono ancora una loro volumetria. Qua e là notiamo ancora dei particolari realistici.
Nella seconda fascia, quella che si alterna con le finestre osserviamo che vengono rappresentati in scala monumentale i profeti, paludati nella clamide e sono inseriti in un breve spazio erboso.

Già però il fondo è completamente vuoto. I piedi spesso ormai rivolti quasi completamente verso lo spettatore, quindi già sono più legati alla visione orientale. Poi nella terza fascia osserviamo che appartengono al periodo teodoriciano solo i gruppi di Gesù e di Maria, i quali fanno capo rispettivamente sulle due pareti opposte ai due cortei dei santi e delle martiri.

Sant'apollinare Nuovo Ravenna interno mosaici
Sant’apollinare Nuovo Ravenna interno mosaici – fonte: Wikipedia Chester M. WoodSant Apollinare Nuovo North Wall Panorama 01CC BY-SA 4.0

I due cortei muovono dalla città di Classe e dal palazzo di Teodorico.
Queste processioni furono poi dal vescovo Agnello sostituite ad una decorazione precedente e appartengono quindi all’età giustinianea, imperatore dal 53 al 56.

Nella teoria di santi e delle vergini osserviamo come ormai il gusto orientale sia vivissimo e quando parliamo di gusto orientale parliamo di assenza di profondità, le figure sono riportate quasi completamente sul piano, non c’è più alcun intento o partecipazione realistica e la decorazione prende il sopravvento sulla materia, come i colori.

Osserviamo infatti come le sante, le quali sono separate l’una dall’altra da una palma, procedano lentamente in fila su di un prato fiorito recando in mano la corona del martirio.
Osserviamo come queste figure femminili siano vestite con stoffe sontuose, siano cariche di gioielli e però non hanno una apparenza mondana e neppure corporea perché sono appiattite e il fasto che le circonda non rappresenta altro che il fulgore dei santi nel mondo ultraterreno.

Osserviamo inoltre quanto sia prezioso il tessuto cromatico che distrugge qualsiasi intenzione spaziale creando visioni esclusivamente attraverso la superficie e la brillantezza dei colori.
Quindi quello che dovrebbe essere un corteo si trasforma in un momento liturgico.
La realtà e la corporeità vengono sublimate.

E’ come se vedessimo l’anima di queste sante. Ciononostante osserviamo come ciascuna figura abbia una serie di lievi differenze per cui una santa ha il capo voltato mentre guarda davanti, altra abbassa la testa, differenze lievi che però permettono si mantenere un ritmo vivace, impedisce la noia e la ripetitività.

Criteri analoghi vengono adoperati anche per la processione dei santi, ma in questo caso l’opera pare già meno riuscita e questa processione rimane più monotona, il ritmo è serrato anche a causa dei vestiti bianchi in cui le linee d’ombra non tracciano che lievissimi solchi.

Mosaici di San Vitale a Ravenna

Tutto l’edificio di San Vitale è decoratissimo e dal presbiterio all’abside queste decorazioni ci sono arrivate intatte attraverso i secoli.
Nella volta d’ingresso del presbiterio abbiamo rappresentazioni di cesti d’acanto che sono un ricordo della cultura greco-ellenistica e anche sono rappresentati animali di ogni genere all’interno di una natura estremamente lussureggiante.

Quattro angeli reggono al centro un clipeo all’interno del quale è rappresentato un vitello.
Lungo le pareti del presbiterio sulle lunette, sui pennacchi, sono raffigurati episodi biblici che preannunciano il sacrificio della Messa e personaggi dell’Antico Testamento.

Ci limitiamo qui a descrivere due momenti particolari: le due corti di Giustiniano e di Teodora.
Le due opere si trovano ai lati dell’abside.
La presenza in questo luogo dei due imperatori è giustificato dal fatto che sia Giustiniano che Teodora stanno recando delle offerte del pane e del vino nel sacrificio della Messa.

Giustiniano e il suo seguito  Basilica di San Vitale
Giustiniano e il suo seguito Basilica di San Vitale – fonte: Wikipedia Roger CulosSanvitale03CC BY-SA 3.0

D’altro canto osserviamo come l’Imperatore e l’Imperatrice siano offerti alla contemplazione dei fedeli, ragion per cui invece di essere rappresentati di profilo sono rappresentati completamente frontali.

Siamo qui all’interno di una rappresentazione già completamente orientale, in modo particolare nella processione di Teodora il cerimoniale acquista un tono estremamente sfarzoso e anche astratto.

Teodora e la sua corte. San Vitale Ravenna
Teodora e la sua corte. San Vitale Ravenna – Fonte: Wikipedia Petar MiloševićMosaic of Theodora – Basilica San Vitale (Ravenna, Italy)CC BY-SA 4.0

Osserviamo Teodora che è rappresentata con un volto piccolo e dall’espressione molto fredda sotto una cascata di gemme e di pietre preziose.
Vicino a lei le dame della sua cote hanno vestiti con intrecci decorativi ma soprattutto cromatici e osserviamo i colori che in generale sono freddi che vanno dal viola cupo al grigio, al verde.

Nell’altro mosaico osserviamo che l’imperatore Giustiniano è rappresentato insieme al vescovo Massimiano e alla sinistra i chierici.
Appena in seconda fila una figura maschile che si vuole identificare con l’Argentarius Giuliano.
Sulla destra i dignitari di corte che si identificano con la burocrazia imperiale e poi ancora l’esercito.

Ti trovi qui:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Condividi: