Abbiamo parlato in questo articolo del significato del termine ellenismo e delle caratteristiche sociali ed artistiche del periodo ellenistico. In questo articolo vederemo alcune opere importanti dell’ellenismo, famosissime, in particolare la Nike di Samotracia, la Venere di Milo e il Laocoonte.
Nike di Samotracia
La Nike di Samotracia è degli inizi del II secolo a.C. ed è conservata al Louvre a Parigi. Si tratta di un’invenzione notevole in cui osserviamo una fusione tra spazialismo di Lisippo e reminescenze del panneggio fidiaco.
La statua con ogni probabilità doveva essere un ex voto per qualche vittoria navale e raffigura una figura femminile equilibrata sulla prua della nave, col vento che le modella le vesti. Le grandi ali sono spinte indietro sempre dal vento, c’è nella figura un senso di slancio molto forte unito ad una sorta di gioiosità, di estrema libertà per i vasti orizzonti marini.
Venere di Milo
La Venere di Milo, databile intorno alla seconda metà del II secolo, presenta stilisticamente riminescenze sia di Lisippo che di Skopas: il modo in cui la figura sta nello spazio e il modo in cui il corpo è trattato.
E’ un’opera famosissima in cui osserviamo la leggera torsione del busto, che è stato una delle cose più ammirate di quest’opera, perché la statua sta nello spazio in maniera assolutamente autonoma.
La posizione tutto sommato sembrerebbe a prima vista statica, ma questa lieve torsione le da una sorta di movimento nello spazio. Un altro elemento di gran bellezza è la rappresentazione del viso, pensoso, pieno di pathos.
Fanciulla di Anzio
La fanciulla di Anzio è un’opera della fine del III secolo, in cui la libertà compositiva è arricchita da movimenti di colore, nelle vesti e da una precisa caratterizzazione del personaggio.
Si tratta probabilmente di una raffigurazione di una offerente o di una inserviente di un tempio. Attraverso la posizione, il ricco panneggio dell’abito, la semplicità dell’acconciatura, l’espressività del viso, tutti questi elementi finiscono per evidenziare e costruire un’atmosfera di pensosa malinconia.
Laocoonte
Laocoonte era un prete troiano, il quale si era opposto all’entrata del cavallo di Troia in città. Il dio Poseidone, dio del mare, che era favorevole agli Achei, mentre Laocoonte sta svolgendo un rito, manda un serpente ad ucciderlo, e Laocoonte muore con i suoi figli.
E’ un gruppo marmoreo scoperto nel 1506 a Roma sull’Equilino e che ebbe una grandissima importanza per l’arte rinascimentale. Il Lessing, teorizzatore del neoclassicismo, gli dedicò un famoso saggio nel 1766.
Oggi reputiamo sopravvalutata quest’opera, in quanto estremamente retorica: tutti i sentimenti sono urlati, gridati, ma forse non interiorizzati e questo gruppo sostanzialmente è fatto di persone isolate che sono tenute assieme solamente dalle spire del serpente.
Vecchia ubriaca
In questo periodo vediamo che nell’arte si accentua sempre di più l’interesse per la vita quotidiana nelle immagini che vengono rappresentate. E questo porta da un interesse per il realismo, uno degli esempi è la rappresentazione della Vecchia ubriaca.
Probabilmente opera dello stesso scultore tebano Mirone, databile intorno al 260 a.C. in cui sono rappresentati i motivi della decadenza fisica e psichica della protagonista, con il corpo stremato, il viso atono, ma che induce ad una sorta di pietà e vi si colgono alcuni elementi così eccessivi in cui c’è una sorta di ricerca dell’orrido e siamo in aperta polemica con quelli che sono stati i canoni dell’epoca classica.
Bambino con l’oca
Il naturalismo si trasforma ben preso in scena di genere, ad esempio nel Bambino che lotta con l’oca. E’ una composizione tutta geometrica che rievoca i grandi temi ma in una sorta di parodia. L’infanzia è scoperta come tema all’interno dell’interesse degli artisti e abbiamo un gran numero di opere che rappresentano bambini.
La pittura nel periodo ellenistico
Nemmeno in pittura abbiamo gli originali del periodo ellenistico, in più nella pittura non esistono nemmeno le copie e le poche che abbiamo non sono attendibili.
Abbiamo ad esempio un mosaico che rappresenta con ogni probabilità la copia di un’opera famosa che è Dario ed Alessandro nella battaglia di Isso.
E’ il momento in cui il pericolo persiano viene sconfitto.
E’ un’opera vivacissima, impostata su di un colore pressoché bianco di fondo, un’opera in cui il senso della profondità viene dato attraverso le lance, mentre tutta la composizione segue un ritmo particolarmente vorticoso.
Dario è rappresentato proprio nel momento in cui sta fuggendo con il suo carro dalla battaglia, resosi conto di essere sconfitto. Lo spazio è riempito di personaggi animati con improvvisi scorci prospettici ed emerge un forte senso di drammaticità.