Il periodo Romanico e l’arte romanica – Riassunto

architettura romanica

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Ai secoli incerti dell’Alto Medioevo segue un periodo di straordinaria creatività, chiamato periodo Romanico, che segue i terrori millenaristici relativi all’anno mille.

Il Romanico è un fenomeno di vastissima portata che investe l’intera Europa e a cui le regioni italiane partecipano con straordinario vigore. Economicamente osserviamo che dopo l’anno 1000 si organizza un nuovo assetto basato sulla rinascita dell’economia monetaria, e quindi sulla rinascita dei gruppi urbani, opposti alla campagna.

Questa rinascita si basa anche su una serie di scoperte e tecniche innovative come l’utilizzo dell’aratro mobile, che consente di sfruttare meglio i campi, l’utilizzo dell’agricoltura a maggese, l’utilizzo di semine scelte, quindi una serie di innovazioni tecnologiche che portano miglioramenti nella società.

Nella nostra penisola specie al Nord osserviamo che viene consolidandosi un nuovo tipo di struttura sociale, che è impostata sul libero Comune.
Molti di questi Comuni sono ancora i vecchi edifici romani la cui attività non era completamente venuta meno neppure durante il Medioevo, ma osserviamo come molti comuni nascano vicino ad istituzioni chiaramente alto-medievali come un monastero o un incastellamento.

Inoltre in questo periodo osserviamo anche il moltiplicarsi di contatti internazionali promossi attraverso prima i pellegrinaggi e poi con le Crociate. E questo fa sì che tutto il continente europeo assuma un volto sostanzialmente unitario.

Arte romanica

Tanto è vero che parliamo di stile romanico e arte romanica non solo per la zona italiana, ma in tutta Europa, anche se poi notiamo delle differenze tra aera ed aera, ma siamo in presenza di un linguaggio comune, il romanico, e di una serie di linguaggi regionali, dialetti locali, le lingue romanze.

Il termine Romanico fu coniato dal filosofo De Caumont nel secolo scorso e utilizza il termine romanico che vuole suggerire un fondamentale parallelismo tra linguaggi figurativi e linguaggi romanzi (i dialetti), inoltre voleva anche sottolineare una ascendenza, un recupero, un riallaccio, con la classicità.

Osserviamo poi che in realtà di un vero recupero della classicità è difficile parlare, però nello stesso tempo osserviamo che l’artista romanico si sente libero di attingere a tutto il patrimonio romano e paleocristiano, che conosce. Ma si sente libero di attingere anche da altre forme di arte, ma soprattutto di inventare in maniera libera ed autonoma.

Tutto ciò ci porta ad una straordinaria ricchezza di motivi decorativi i quali differenziano le opere di ogni paese, di ogni regione, di ogni artista e che vengono ravvivati da una fortissima plasticità.

Osserviamo come nei territori orientali dell’Europa come i Balcani e Jugoslavia ci sia una tenace fedeltà alle regole bizantine, che solo parzialmente si rinnova. Per quanto riguarda l’Italia questo flusso orientale bizantino lo sentiamo ancora soprattutto nella pittura.

Tuttavia già verso la fine del ‘200 si affermeranno i pittori dotati di una fortissima personalità che sono in grado di creare una nuova concezione decorativa e pittorica.
Ma la protagonista del rinnovamento romanico si incentra soprattutto sulla creazione della Cattedrale, di cui parleremo diffusamente nei prossimi articoli dedicato all’architettura romanica.

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