Ellenismo: significato e riassunto

Ellenismo significato

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La parola ellenismo ha un significato da cercare in una definizione moderna che nel mondo antico non esisteva e fu introdotta nella prima metà dell’800 per indicare un periodo che va dalla fine del IV secolo a.C. al I secolo a.C. in una vastissima area territoriale che ricopre l’area del Mediterraneo orientale e meridionale.

La parola ellenismo nasce per indicare un atteggiamento “grecizzante” una tendenza in quel territorio e in quel periodo a parlare, vestirsi ed atteggiarsi alla greca. La Grecia non è più il fulcro di quel mondo ma è uno dei tanti territori di questa vasta organizzazione sociale ed artistica.

La diffusione dei modelli culturali greci nel periodo ellenistico fu possibile per l’affermarsi dell’impero di Alessandro Magno e il peso e la diffusione di questa cultura greca superarono la stessa caduta dell’impero.

Una volta che Alessandro Magno muore il suo impero viene diviso tra i suoi capitani militari e si creano così una serie di monarchie che definiamo ellenistiche. Quello che unisce queste monarchie è il fatto che la lingua principale è il greco, un greco non arcaico o il greco della polis, ma viene definito Koinè, una lingua depurata dalle espressioni dialettali locali, una lingua comune che appartiene ad un’area territoriale enorme, una lingue universale che si sovrappone alle parlate locali.

Nell’età ellenistica tutti questi popoli diversi sono uniti da una lingua e una cultura comune, e da una economia comune incentrata non più nelle città della Grecia continentale, ma nei nuovi centri come le capitali africane e Asiatiche, tra cui i maggiori sono Alessandria d’Egitto, Pergamo in Asia Minore, Rodi, Mileto, Priene.

Queste nuove città sono vere e proprie metropoli in cui la vita sociale si è fatto complessa ed in cui nasce l’esigenza di tipologie molto specialistiche dal punto di vista architettonico.

Nel periodo ellenistico vediamo che le persone viaggiano molto e le popolazioni hanno rapporti intensi muovendosi all’interno di una cultura sostanzialmente comune.

Il problema delle monarchie ellenistiche però fu quello delle rivalità reciproche, sono sempre in lotta tra di loro, quindi quando si affaccia sul Mediterraneo la nuova potenza romana esse sono incapaci di contrapporre al nuovo nemico un baluardo militare, ragion per cui gli stati ellenistici vennero progressivamente assimilati all’interno dell‘impero romano.

Con il III secolo l’impero di Alessandro Magno era diviso in quattro aree precise:

  • la Grecia, la cui capitale locale era Atene
  • l’Asia Minore, con il regno di Pergamo
  • l’Impero Seleucide, più a oriente
  • l’Impero tolemaico, in Egitto

Durante tutto il III secolo gli stati ellenistici riuscirono a bilanciare la propria potenza e questo fu anche il momento politicamente e culturalmente più felice.

Già alla fine del III secolo la situazione politica appare logorata e la mancanza di organicità rende questi stati prede delle potenze straniere, a occidente Roma, a Nord la potenza Partica, i Parti.
Nel II secolo questa disgregazione si evidenzia sempre più e Roma comincia ad occupare militarmente la Grecia, tanto che gli stessi sovrani lasciarono in eredità i loro stati a Roma, perché comunque sarebbero venuti inglobati comunque.

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