Maestranze nell’architettura bizantina
Nel primo periodo bizantino c’erano due tipi di architetti, veniva chiamato Mechanikos, al plurale Mechanikoi, che è la figura professionale più importante, poi c’è un’altra figura professionale che è quella dell’Architekton.
Il Mechanikos è paragonabile a un architetto moderno che ha una approfondita conoscenza della matematica.
La posizione sociale di un mechanikos era estremamente elevata, anche se in realtà ci sono stati tramandati pochissimi nomi di mechanikoi, tra questi ricordiamo Antenio, Isidoro, che sono i costruttori di Santa Sofia di Costantinopoli. I mechanikoi sono rari.
L’Architekton ha una posizione sociale decisamente inferiore, ancora nel IV secolo erano uomini che avevano avuto una educazione liberale (non erano schiavi), ma ricevevano consensi professionali decisamente bassi, erano pagati la metà di quanto poteva ricevere un insegnante di letteratura, quindi il loro lavoro viene pagato poco.
Tutti gli artigiani appartenevano a gilde ereditarie, a una specie di sindacato. Queste gilde erano una sorta di sindacato, solo che contrariamente ai sindacati moderni erano organizzate per la coercizione dei lavoratori. Di conseguenza essi erano soggetti ad una serie di servizi obbligatori, tra cui ad esempio quello di pulire le fogne, strade, tutti servizi obbligatori che questi artigiani dovevano svolgere.
Quindi non c’è da meravigliarsi se i lavoratori cercano di sottrarsi a tutta questa corvee, fuggendo in campagna, lontano dal governo centrale. proprio per questo il lavoro obbligatorio nella professione urbanistica si esaurisce intorno al V secolo, dopo di che pare aumentasse il numero dei lavoratori itineranti, che si spostano di zona in zona quando devono costruire edifici.
I committenti nell’architettura bizantina
Solitamente quando si doveva costruire una chiesa è l’Imperatore che fornisce solitamente i materiali, spedisce le colonne, i marmi, quindi le spese maggiori sono assunte dalla casa imperiale.
Gli amministratori locali procurano la manodopera, ed è sempre un lavoro forzato, il resto dei materiali meno cari, i mattoni e solitamente spetta al Vescovo sovrintendere alla progettazione della Chiesa. Raramente si fa cenno all’architetto.
Il vescovo comunica direttamente con l’Imperatore, gli richiede la quantità di materiali di chi ha bisogno in relazione alla grandezza della chiesa.
Abbiamo esempi di progetti che vengono disegnati direttamente sul terreno e la grandezza dell’edificio è da mettere in relazione con il numero di colonne mandate dall’Imperatore. Solitamente queste chiese Bizantine anche se di dimensioni colossali vengono costruite molto velocemente.
Santa Sofia di Costantinopoli fu costruita in neppure cinque anni. Tutto questo ci fa capire che l’erezione di edifici pubblici è interamente nelle mani dello Stato.
Anche se per quanto riguarda le chiese possiamo considerare tre diversi committenti: lo Stato, la Chiesa locale e i benefattori privati.
Solitamente lo stato e la chiesa locale agiscono sempre di concerto, insieme.
Poi ci sono i benefattori privati, i quali spesso offrono la propria partecipazione alla Chiesa locale.
Nel primo periodo dello stato bizantino la Chiesa è molto ricca, e questo denaro proveniva dalle offerte dei fedeli, che teoricamente erano volontarie e praticamente obbligatorie, e poi dalle rendite delle proprietà che la Chiesa accumula attraverso i lasciti.
E’ compito dei Vescovi incoraggiare queste donazioni, ma solitamente quando un fedele lascia tanti soldi, egli desidera che questo lascito sia visibile, di conseguenza si ebbe un incentivo enorme nella costruzione di chiese e la cosa è ben accetta dal clero, perché questo significa avere nuovi posti per il clero e nuove fonti di offerte.
Spesso anche i laici costruivano chiese, quindi davano i soldi non come elargizione, ma come una speculazione commerciale, in quanto partecipavano agli utili della nuova Chiesa.
Laico come non appartenente al clero, alcuni laici danno soldi per elevare chiese che danno poi degli utili e loro vi partecipano.
Quindi all’inizio è un sistema che si mette in moto e farà ampliare il numero di chiese. Ma poi questo sistema a un certo punto diventa antieconomico, perché le chiese anche costano, ed i costi cominciano a superare le entrate.
Già intorno al V secolo d.C. questo sistema non funziona più e le chiese si trovano in grande difficoltà economiche, tanto è vero che Giustiniano fu costretto ad emettere un decreto che vietava le nuove ordinazioni sacerdotali. Probabilmente è proprio in riferimento a questa stazione socio-economica che osserviamo la nascita delle chiese multiple.
Le chiese multiple sono complessi di 2-3-4 chiese costruite l’una accanto all’altra, tipiche dell’architettura bizantina.
I benefattori donano i soldi e vogliono che si vedano, richiedono l’elevazione però non si può costruire la chiesa, quindi si costruiscono vicine che vengono guardate dagli stessi sacerdoti.
E’ evidente che a cominciare dal VI secolo diminuisce il numero di chiese elevate isolate, ma aumenta il numero delle chiese multiple. L’unico costo sicuro che possediamo in relazione all’elevazione di una Chiesa si rifà alla Chiesa di San Vitale a Ravenna. Sappiamo che la chiesa di San Vitale venne a costare 26000 soldi, una cifra sbalorditiva per l’epoca, molti miliardi attuali e sappiamo che il finanziatore fu un banchiere argentarius Giuliano, il quale ebbe anche parte in altre costruzioni ravennate.
Pare però che il denaro utilizzato non fosse esclusivamente suo ma per motivi politici l’argentarius Giuliano fosse la longa mano dell’imperatore bizantino e quindi che fosse finanziato direttamente dalle casse imperiali.
Le cifre che si hanno per la costruzione di Santa Sofia di Costantinopoli sono assolutamente fantastiche.
Ad esempio lo storico Procopio nella sua opera lodativa degli edifici costruiti da Giustiniano comprende gli edifici costruiti sotto Giustino I dal 518 al 527.
Però Procopio definisce edifici giustinianei anche quelli fatto sotto Giustino I, per il fatto che Giustiniano già esercitava il potere, così l’età di Giustiniano dal 518 al 565, anche se Giustiniano va al potere nel 527, è circa mezzo secolo che rappresenta il vertice massimo soprattutto a livello architettonico.
Durante questo periodo l’Imperatore diede origine a una attività edilizia fiorentissima in tutto il suo impero, fece erigere un numero altissimo di chiese e rinforza tutte le frontiere, militarmente e crea accampamenti militari stabili, opera una serie di linee difensive, quindi crea vere città dal nulla.
Di tutta questa enorme opera noi ricorderemo due opere fondamentali più le chiese ravennati.
In generale le chiese bizantine sono dovute al mecenatismo dell’imperatore, con i suoi soldi.