Al Sud Italia l’arte romanica si sviluppa ad esempio in un edifico come San Nicola di Bari, che è importantissimo.
San Nicola di Bari è uno degli edifici più rappresentativi dell’architettura romanica.
Su esempio di questo edificio sono stati poi creati la cattedrale di Bari e il Duomo di Bitonto. San Nicola di Bari è un’opera cominciata nel 1087 e terminata alla fine del XII secolo.
Basilica di San Nicola di Bari
E’ una chiesa che assume esternamente l’aspetto di una fortezza, con una facciata a salienti chiusa lateralmente da due torri incompiute.
Tipico del gusto lombardo è la decorazione ad archetti pensili che prosegue su tutto il perimetro della chiesa, adeguato anche al gusto Lombardo è il protiro lievemente aggettante, sostenuto da leoni stilofori.
Accentua ulteriormente questo gusto emiliano-lombardo le loggette sui fianchi e i pilastri composti. Motivi ornamentali di ascendenza lombarda si trovano anche nel prospetto della Cattedrale di Ruva.
Cattedrale di Troia
Qui vediamo come gli elementi romanici siano desunti chiaramente dalla tradizione pisana, con i tondi di origine armena mentre la parte superiore è più violentemente decorativa.
Vediamo che tradizioni diverse tendono a venire on commistione, qui in modo particolare con elementi armeni, bizantini, nelle imposte bronzee, musulmani nei capitelli e armeni nei tondi.
Quindi il romanico pugliese raccoglie tante e diverse influenze che vengono però legate in maniera estremamente personale.
Romanico in Calabria
La Calabria è ancora decisamente orientata verso lo stile dell’oriente bizantino, ad esempio nella Cattolica di Stilo.
E’ un edificio a schema centrale, nell’incrocio dei bracci ha una cupola, è un rimando decisivo ad un oriente antico che possiamo paragonare a San Marco.
Architettura romanica in Sicilia
In Sicilia e a Palermo in particolare osserviamo che l’architettura risente strettamente delle vicende storiche, politiche e religiose.
La Sicilia era stata infatti invasa dagli Arabi il cui dominio era durato oltre due secoli, il IX e il X.
In seguito nel 1016 arrivano i Normanni, il cui regno dura dal 16 al 91 ed questo questo il periodo che coincide con le creazioni del Regno di Sicilia.
Questi avvenimenti politici innescano nell’arte siciliana un processo di stratificazioni culturali per cui l’architettura Siciliana ha al suo interno apporti greci, latini, islamici e nordici, che si innescano all’interno di una tradizione culturale locale.
Il romanico siciliano risente fortemente di queste varie influenze, anche se osserviamo che in epoche successive si mantiene fortemente un aspetto arabeggiante.
Nell’architettura siciliana distinguiamo un campo di architettura sacra e una civile. L’architettura civile è rappresentata da edifici in cui la matrice araba è fortemente presente. Ricordiamo ad esempio la Ziza a Palermo.
Il palazzo della Ziza è costruito in pietra locale, ha una forma quadrata e sorge all’interno di quello che un tempo era il parco reale, voluto da Re Ruggero II, e destinato alla coltivazione di frutta e ortaggi, ma utilizzato anche come riserva di caccia, ed era un’area punteggiata da una serie di edifici residenziali e di servizio.
In particolare la Ziza ha all’interno delle volte a mukarnas, cioè ad alveoli.
Un altro grande soffitto fatto così è nella Cappella palatina a Palermo.
Sono soffitti tipici islamici molto presenti nella cultura araba.
La chiesa di Giovanni degli Eremiti a Palermo e anche San Cataldo hanno sempre questa impostazione quadrata e negli edifici religiosi hanno queste cupole tondeggianti e sono alleggeriti esternamente da arcate cieche.
Cappella palatina a Palermo
La cappella Palatina a Palermo si trova nel palazzo dei Normanni. Viene consacrata nel 1104 e dedicata ai Santi Pietro e Paolo da Re Ruggero II.
Osserviamo che internamente è rivestita di mosaici e ha questo famoso soffitto a mukarnas di chiara origine islamica.
Osserviamo che è il risultato fra un impianto centrale bizantino e lo schema basilicale latino.
La zona del presbiterio è rialzata e osserviamo che lateralmente la pavimentazione ha tutto un elemento musivo. I mosaici convivono con le decorazioni islamiche. e poi una serie di vivacissimi dipinti che raffigurano i piaceri della vita di corte.
Cattedrale di Cefalù
Se guardiamo la Cattedrale di Cefalù vediamo che è in chiaro stile romanico, è impostata a tre navate, ha dietro un elemento decorativo una facciata a salienti ed è fiancheggiata da due torri angolari come in San Nicola di Bari.
Le torri campanarie nell’Italia Meridionale sono sempre ai lati della chiesa come nell’Europa settentrionale, mentre nell’Italia settentrionale e centrale le torri campanarie sono sempre isolate.
La struttura è evidentemente romanica, se ci sono elementi islamici questo sono solo decorativi, dati da questi archetti intrecciati caratteristici dell’arte islamica, la vediamo ripetuto anche nel Duomo di Monreale.
Anche qui osserviamo questa decorazione ad archi intrecciati, fasce, dischi policromi, è un edificio fondato nel 1172 da Guglielmo II ma la costruzione si protrae oltre il 1189, alla morte del re e vicino a questo edificio vi è annesso un convento monastico benedettino decorato splendidamente con mosaici che costituiscono una delle più vaste imprese musive nell’Italia meridionale.
Fu comunque al Re Ruggero II che si deve la maggior parte della ricca decorazione musiva che troviamo ancora oggi nelle chiese palermitane.
Poiché mancava una tradizione locale queste decorazioni sono affidate molto spesso a maestri orientali che vengono affiancati a maestri locali.
Anche nel Duomo di Cefalù assistiamo ad una collaborazione di questo tipo, anche nella cappella Palatina e nella Martoriana.
Vengono chiamati maestri direttamente da Bisanzio, affiancati a maestranze locali.
Ad esempio proprio a Cefalù un grande Cristo che si eleva nella parete absidale e che è impostato su accordi cromatici di grande rilievo.