Con arte paleocristiana intendiamo l’arte dei primi secoli del cristianesimo, racchiusa in un arco temporale che va dal I secolo al V d.C.
Quella che noi definiamo arte Paleocristiana è ancora contemporanea in gran parte all’arte romana e strettamente connessa ad essa, legata sia all’uso delle tecniche sia come cifra stilistica.
In realtà noi potremmo trattarle insieme se non fosse che la nuova religione cristiana che nasce ad Oriente e che è estranea al tessuto civile romano e occidentale, si mette in posizione di scontro e strappo con la religione pagana, da cui desidera distinguersi anche visivamente, per questo noi parliamo di Arte paleocristiana. E’ diversa per l’intenzione di essere diversa e le maestranze lavorano indistintamente per committenti pagani e cristiani.
Solitamente da un punto di vista artistico le prime opere dell’arte Paleocristiana sono anche qualitativamente modeste, dovute con ogni probabilità a lavoratori di bottega, non veri e propri artisti.
Invece la grande novità a cui assistiamo è quella della nascita di una nuova iconografia cristiana.
Inizio dell’arte paleocristiana
Dal I al III secolo le novità all’interno dell’arte paleocristiana sono pochissime, si tratta di un’arte né di qualità né di idee. Il discorso cambia quando il cristianesimo ottiene il riconoscimento ufficiale e poi diventa religione di Stato con l’editto di Costantino nel 313.
In questa data la religione cristiana, molto avversata dall’impero romano, con persecuzioni, perché i cristiani non accettano l’Impero e le sue leggi, le regole sociali, è legittimata. Col 313 si dà permesso anche ai Cristiani di seguire la propria religione, ma un’altra data è importante, il 395, quando la religione cristiana diventa religione di Stato.
Questo significa che non sono più ammesse religioni diverse, che la vecchia classe senatoriale romana è costretta a convertirsi, chi non si converte è espulso dalla vita politica e osserviamo che in generale la Chiesa dell’epoca procede in maniera piuttosto spedita, in quanto quando arrivano i vescovi su un territorio distruggono i templi delle altre religioni e costruiscono una chiesa spesso con gli stessi materiali e anche se la popolazione è ancora pagana.
E’ una cristianizzazione forzata che si estende praticamente in tutta Europa.
Un’altra cosa importante è il fatto che nel 330 la capitale dell’Impero, sempre da Costantino, viene spostata da Roma a Bisanzio e osserviamo che anche questo spostamento evidenzia che il fulcro della civiltà dell’epoca si è ri spostato ad Oriente, tanto è vero che Costantino passa pochissimi anni a Occidente e fa costruire una nuova capitale che è Costantinopoli.
Bisanzio era un piccolo e antico villaggio di pescatori e Costantino creerà una metropoli che cadrà solo nel 1451 dopo l’invasione turca, durante la dinastia dei Paleologi.
Architettura paleocristiana
Da un punto di vista architettonico prima dell’Editto di Costantino il culto cristiano tende a svolgersi in luoghi privati e appartati, spesso in maniera clandestina.
Questo porterà al fatto che fino a quell’epoca non esisteranno chiese cristiane vere e proprie, né architetture che si definiscono cristiane.
L’unico elemento architettonico attinente al nuovo culto sono le catacombe.
Le catacombe paleocristiane
Le catacombe sono le tombe dei cristiani, sono cimiteri sotterranei. I convertiti alla nuova religione aumentano e si rende necessario risolvere il problema del seppellimento dei nuovi adepti.
I cristiani vengono seppelliti in gallerie sotterranee che possono scendere anche per 5 piani, ma questa non è una caratteristica precisa del mondo cristiano, perché questo sistema di gallerie era già stato adoperato sia dai Romani che dagli Ebrei.
Però è vero che mai prima d’ora avevamo trovato una rete così capillare e vasta per i seppellimenti sotterranei, in questo favorita dal terreno tufaceo che si trovava vicino a Roma.
Lungo queste gallerie si possono trovare degli slarghi, che possono formare vere e proprie stanze e vengono detti cubicoli o cripte.
Erano una specie di stanze quadrangolari per la sepoltura di un morto particolarmente importante.
In qualche caso avevamo dei loculi i quali avevano una proporzione maggiore di altri e accadeva che prima del loculo vero e proprio fosse posto un arco sopra la tomba. Queste tombe sono dette ad arcosolio.
Spesso l’arco è variamente decorato.
L’arca è composta solitamente da una sorta di sarcofago decorato.
Potevano anche avere celle che avevano una cupola o un lucernario.
Si tratta di una architettura sempre rudimentale, rozza dal punto di vista di materiali e tecnica costruttiva.
Le più antiche catacombe sono quelle di San Callisto sulla via Appia. Dal III secolo furono cimitero ufficiale della chiesa cristiana.
Poi abbiamo quelle di Priscilla lungo la via Salaria, poi le catacombe di Domitilla, di San Sebastiano, di Pretestato, dei Santi Pietro e Mercellino, ma le catacombe non le troviamo solo a Roma, ma anche a Napoli, di San Gennaro, e anche fuori Italia, a Poitiers, a Reims in Francia, a Treviri in Germania, Siviglia in Spagna e anche fuori Europa, come ad Alessandria d’Egitto e in Siria.
Quando poi dopo il 313 i cristiani ebbero libertà di culto l’inumazione sotterranea venne eliminata, ma nascono i cimiteri all’aperto.
A quel punto le catacombe divennero per i cristiani un luogo di pellegrinaggio.
La nuova iconografia cristiana
Nasce nella storia dell’arte paleocristiana una nuova iconografia e arriverà fino all’arte dell’800. E nella creazione di questa iconografia, che può essere realistica ma anche simbolica, si attingerà a molteplici fonti.
Abbiamo i temi trattati nel Nuovo e Antico Testamento, quelli realistici, l’antica mitologia greca, trasfigurata in senso simbolico, le preghiere liturgiche, l’omelia.
Ad esempio il pastore con le pecore va a rappresentare Cristo con i fedeli.
A cominciare dal II fino al IV secolo d.C. sulle pareti di queste catacombe viene elaborandosi una sorta di iconografia cristiana i cui temi saranno alla base di tutta la storia delle immagini del mondo Occidentale.
Originariamente questi primi affreschi non hanno tanto un intento artistico quanto quello di evidenziare i concetti essenziali della fede cristiana.
L’immagine è una sorta di ripetizione di ciò in cui si crede.
Quindi originariamente i temi riguardano solitamente la Resurrezione, tema nuovo all’interno delle religioni, e la Redenzione.
Questa iconografia cristiana nascente si basa essenzialmente sull’Antico Testamento e utilizza in modo particolare le figure profetiche di Cristo, i profeti, tra cui Giona, Mosè, Daniele, Davide.
Dal Nuovo Testamento ritroviamo evidenziata la scena dell’Agapè cristiana che corrisponde alla Comunione e solitamente compaiono dei commensali seduti a tavola, in una sorta di sacro pasto. La scena è l’unica che compaia in maniera ricorrente nel primo periodo, l’unica tratta dal nuovo testamento.
Poi solitamente troviamo rappresentate figure dei defunti, i fedeli, le figure di Cristo, anche se questo ha dato notevoli problemi perché la religione cristiana deriva da una branca della religione ebraica, che non rappresenta le immagini.
La religione cristiana, dopo innumerevoli problemi riesce a dipingere Dio, ma sotto forma visibile, cioè Gesù Cristo. Poi compariva la Madonna col bambino e gli apostoli Pietro e Paolo.
Al di là di queste immagini però noi vediamo che si viene elaborando un articolato e complesso sistema simbolico. Questo patrimonio simbolico viene tratto dalla liturgia, dal dogma, dall’omelia, ma anche dalle fonti pagane. Ad esempio la palma, che rappresentava la vittoria per i pagani, per i cristiani rappresenta la vittoria del martire sulla morte.