La scoperta dell’arte micenea fu dovuta in gran parte alle sconclusionate ma fortunate ricerche di un archeologo dilettante che fu SCHLIEMANN. Studiando l’Iliade egli infatti andò alla ricerca delle città citate, tra cui Troia, che furono sede di re guerrieri e feroci e sono i luoghi in cui ha inizio la società pre-ellenica, tra il XV e il XVII sec. a.C. I reperti trovati fanno parte dell’arte micenea.
I micenei aspirarono alla supremazia sul Mediterraneo, ma a differenza dei cretesi, tentarono una penetrazione non pacifica nei territori. Erano guerrieri, molto aggressivi e l’arte che essi lasciano testimonia profondamente la differenza con i cretesi. Sono popoli indoeuropei che con guerre e razzie cercano di consolidare il loro potere sul territorio.
Hanno tradizioni aristocratiche, risiedono in città-stato fortificate erette nelle zone più impervie e nei luoghi strategici come in Argolide.
Il megaron miceneo
I micenei diedero vita alle acropoli che nascono come cittadelle fortificate. Le città micenee erano fortificate con mura poderose rinforzate con torri e all’interno delle mura lo spazio abitato è occupato al centro dal mégaron.
Il megaron miceneo è una sala quadrata preceduta da un doppio atrio, all’interno della quale c’è un focolare. E’ dal mégaron che si svilupperà poi il tempio greco. E’ nel megaron che ci si riuniva e dove venivano ricevuti gli ospiti. Il megaron è largamente descritto nei poemi omerici.
Anche i monumentali ingressi porticati delle regge della Grecia classica, i propilei, li troviamo prima nell’architettura micenea.
Micene è un esempio poderoso, con le sue mura possenti, ancora visitabili, che danno un grande senso di forza maestosa
La porta dei leoni a Micene
Alla cittadella di Micene si accedeva passando per la porta dei leoni, ancora esistente, formata da 4 blocchi di pietra che prelude al sistema architravato greco. Compongono il sistema architravato o trilittico (=3 pietre) che sarà il fondamento di tutta l’architettura greca.
In questo caso i piedritti sono due pilastri e sopra un architrave, che sostiene una lastra triangolare con due leoni rampanti (arrampicanti) su una colonna centrale sacra.
Questo rilievo è l’unico che ci sia pervenuto della civiltà micenea. E’ molto severo, come è arte severa quella micenea, rappresentativa di una società militare selvaggia.
Il triangolo decorato con i leoni è alto 2.9 metri, l’architrave che lo sostiene è lungo 5m, profondo 2.5m, alto nel centro 1m. La porta è larga 3 metri, profonda 1.2 m, alta 3,2 metri. Si calcola che il solo architrave pesi circa 20 tonnellate.
Tesoro di Atreo a Micene
Il Tesoro di Atreo è una tomba con area circolare detta a tholos. E’ una tomba sotterranea, ad ipogeo, anch’essa a Micene.
Il complesso era scavato in una collina, l’ingresso detto Dromos porta alla stanza circolare detta Tholos. La Tholos è una pseudocupola formata da una composizione di 33 anelli concentrici di massi squadrati non uniti con nessun materiale coesivo, che si restringono verso l’alto formando la pseudocupola, che si chiude con un’unica grande lastra.
Da questo ambiente si accedeva ad un ambiente quadrato in cui erano sistemate le tombe regali.
Il complesso era ornato internamente da lastre di alabastro (pietra che lascia passare la luce), lastre di marmo e rosette in bronzo. L’oreficeria ebbe grande importanza tanto che nelle tombe si trova una vera e propria profusione di oggetti d’oro: maschere funerarie, lamine sbalzate, pettorali, armi ageminate. Gli oggetti ricoprivano il defunto di una vera cascata d’oro. Ricordiamo la famosa maschera funeraria in oro, che si ritiene ritragga il volto di Agamennone, rinvenuta proprio a Micene.
Nella tomba sono state trovate anche delle tazze che devono essere appartenute alla società cretese, questo documenta come l’influenza cretese entri a far parte del patrimonio culturale miceneo.