E’ una convenzione cronologica collocare l’età classica greca nel periodo tra la battaglia di Maratona (490 a.C.) e la morte di Alessandro Magno (323 a.C.) anche se in realtà consideriamo il periodo classico nell’arte greca assai più breve.
Queste due date delimitano il periodo di egemonia della città di Atene sul resto della Grecia. La città di Atene, vittoriosa per tre volte sui persiani, a Maratona, a Salamina e a Platea, poteva vantarsi di essere stata il baluardo di tutte le città anche contro i Persiani, il che produsse sulla città un duplice effetto: si inorgoglisce perché è consapevole della sua grandezza, di conseguenza crede di poter esercitare un dominio su tutte le altre genti greche.
Forte di una flotta che è andata costituendo durante l’invasione persiana, con i soldi della lega Delia, Atene diviene il centro di un vero e proprio impero economico che dalle coste dell’Eubea raggiungeva la penisola calcinica, la Tracia, le coste del Mediterraneo e l’Asia Minore.
Dalla metà del V secolo Atene si afferma come capitale economica e a questa egemonia economica associa una egemonia culturale. Non solo perché Atene dimostrò una grande capacità di assimilazione e rielaborazione culturali che vengono a confluire in questa capitale morale, ma soprattutto perché in assenza di un apparato istituzionale e militare la produzione culturale diventa un elemento importante di coesione all’interno della città.
Per esempio le distruzioni del 480, quando Atene trovò la capacità di reagire, anche culturalmente ed economicamente. La ricostruzione porta arricchimento nella città perché c’è molto lavoro che porta altro lavoro. Non si tratta esclusivamente di beni di consumo ma anche di prodotti di facile acquisto e che potevano circolare per il Mediterraneo.
Ad esempio le ceramiche, che non smettono mai di circolare. Perché restasse memoria perenne dell’invasione era stato vietato di ricostruire i luoghi sacri distrutti dai persiani. Ma dopo la pace di Kallias del 449 che pone fine alla guerra e sancisce la supremazia di Atene sul Mediterraneo e in Asia, il divieto fu revocato e si assiste ad un vero e proprio boom edilizio.
Si progettano edifici, per l’Acropoli ateniese, e per tutta l’Attica, destinati a sostituire antichi edifici distrutti. Questa operazione di incremento edilizio significa introduzione di culti più moderni.
Il numero di divinità diminuisce e il carattere di alcune divinità cambia in maniera notevole. Se si vuole esaminare l’elenco degli edifici si rimane stupiti di fronte al numero ma soprattutto la qualità degli edifici. Le maestranze tra il 400 e il 450 avevano acquisito nuove tecniche di lavorazione nel ventennio dominato dalla figura di Pericle, lavoravano in squadre sottomettendosi a piani precisi e lavorando in modo tecnicamente perfetto, molto rapido e conseguentemente anche meno costoso.
Gli edifici più importanti furono elevati velocemente. Questo lavoro di gruppo crea un linguaggio artistico comune all’interno del quale tutti gli artisti si riconoscevano e si viene a creare una vera e propria scuola.
Per realizzare un programma così ambizioso e vasto Pericle usifruisce di una assenza di tensioni sociali. Fidia era colui che Pericle aveva messo a capo di tutte le fabbriche e controllava, sovrintendeva ai lavori.
Poi però ciascuna opera era stata ideata da architetti ed artisti diversi che naturalmente avevano impostato l’opera. Per impostare un programma di lavoro così vasto è necessario un equilibrio politico che Pericle riuscì a mantenere all’interno della città fino al 431 a.C.
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Fu un arco di tempo senza tensioni sociali, con prosperità economica, unità politica, che fece di questo periodo un periodo di armonia ineguagliabile.
Poi però vi fu lo scoppio della guerra del Peloponneso, guerra che nasce per il contrasto tra la città egemone Atene e Sparta, che vogliono entrambe porsi come capitale morale della Grecia.
Vi furono poi pestilenze ed epidemie ad Atene. Una spedizione militare fallimentare in Sicilia per gli ateniesi, tutti elementi che innescarono una crisi profonda nella città di Atene. Questo determinò una caduta di quella tensione corale che avevamo osservato nel periodo di Pericle, il periodo classico.