Altare di Pergamo e arte nell’Acropoli di Pergamo

Altare di Pergamo e arte nell'Acropoli di Pergamo

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A pergamo prende l’avvio uno dei regni e una delle scuole artistiche più famose che va sotto il nome di barocco pergameno. Pergamo viene costruita su diversi livelli e sostanzialmente si riconosceva una città bassa e una città alta, dove sorgeva anche l’Acropoli di Pergamo e l’Altare di Pergamo.

Nella Pergamo alta si addensano i monumenti più rappresentativi come il Ginnasio, il Santuario di Demetra, l’Agorà e gli Stoà che sono portici monumentali sotto i quali si trovano botteghe commerciali, luoghi di passeggio e di passaggio.

Pergamo e le staute dei Galati

Nel III secolo a.C. abbiamo la vittoria di Attalo I sui Galati, una popolazione nomade conosciuta col nome di Celti, che si scontra continuamente con le popolazioni stanziate.

Attalo II celebra questa vittoria militare erigendo nell’Acropoli monumentale di Pergamo il tempio di Atena Polias e orna con statue in bronzo la piazza antistante ed il tempio stesso.

Le statue in bronzo sono note attraverso copie in marmo e sono ad esempio il Galata morente e il Galata che si uccide con la sposa.

Per la prima volta il modo in cui il nemico è visto, i Galati, pur sconfitto è guardato se non con simpatia per lo meno con pietà. Sono opere che evidenziano tratti somatici del popolo sconfitto, oltre che i costumi. Ad esempio nel gatala morente si vede un elemento decorativo al collo del barbaro.

Sono evidenziati i caratteri etnici, c’è una sorta di verismo accentuato, i capelli sono a ciocche, non ordinati ed attraverso queste opere si vuole evidenziare il trionfo della civiltà sempre greca sulla forza, ma si evidenzia anche il dramma dei barbari sconfitti: per la prima volta gli sconfitti sono visti con pietà.

Altre statue simili a queste nello stile Attalo I le collocò nel Donario dell’Acropoli di Atene nel 201 a.C.

Il galata morente

Nel Galata morente la figura è maschile, seduta, appoggiata con la mano destra sul terreno, mentre l’altra poggia sulla gamba destra che è piegata sotto la sinistra.

Galata Morente, marmo, Musei capitolini
Galata Morente, marmo, Musei capitolini – Fonte: Wikipedia Jean-Pol GRANDMONT , 0 Galata Morente – Musei Capitolini (1)CC BY-SA 3.0

E’ una posizione estremamente ragionata e molto studiata. E’ un’opera che presenta diverse visioni a seconda dei punti di vista, ha assoluto dominio dello spazio circostante. La figura ha i baffi, il corpo è muscoloso.

E’ un guerriero ferito a morte che si sta tenendo in piedi con le ultime forze che gli rimangono. E’ ferito al petto e anche alla gamba, quindi è crollato.

Il barbaro per la prima volta è visto come un essere umano, che associa ad una sua bellezza ad una nobiltà e a una estrema fierezza. E’ un essere forte, selvaggio, ma con una forte carica di umanità.

Il galata che si uccide

Il galata che si uccide è un gruppo scultoreo, la donna è già stata ferita e sta morendo, tanto che il suo corpo si sta abbandonando a terra e il marito la sostiene per il braccio. Il Galata tiene in mano una spada che si sta per conficcare nel corpo, volge la testa verso i Greci, ha una forte torsione del busto.

Galata suicida
Galata che si uccide – Fonte: Wikipedia Epigono di Pergamo Paolo Villa (Photo) 202310 2023 – Palazzo Altemps, Roma, Lazio, 00186, Italia – Galata suicida (Ludovisi Gaul) – Arte Ellenistica Greca – Copia Romana – Photo Paolo Villa FO232046 ombre gimp bisCC BY-SA 4.0

La figura fisica manifesta grande vigore. I tratti del viso sono rappresentati in maniera decisa, sono rudi, le capigliature ispide, i muscoli grandi e il modo in cui i corpi sono rappresentati ha uno stile che ricorda Skopas. Ha un viso lungo con tratti somatici non greci.

Altare di Pergamo

Nella Pergamo alta gli edifici sono sia religiosi che civili e costituiscono un complesso monumentale di grande bellezza e importanza. In questo complesso è presente anche l’Ara di Pergamo, un edificio innalzato su un grande crepidoma gradinato. Dalla gradinato si accede all’ingresso alla parte centrale dell’edificio che si alza su di un alto podio decorato a rilievo. Su questo podio a rilievo si innalzano una serie di colonne ioniche che corrono tutto attorno alla pianta, con l’altare vero e proprio posto al centro della pianta dell’Ara di Pergamo. Due fregi ornavano poi l’interno e l’esterno dell’edificio.

Altare di Pergamo – Fonte: Wikipedia © Raimond Spekking / CC BY-SA 4.0 (via Wikimedia Commons), Pergamonmuseum PergamonaltarCC BY-SA 4.0

Il grande Altare di Pergamo viene eretto in onore di Zeus e Atena da Eumene II dopo la seconda vittoria sui Galati nel 183 a.C.

Dal punto di vista scultore ha due fregi: un fregio maggiore che corre tutto intorno allo zoccolo dove viene narrato il tema della Gigantomachia e un fregio minore che si trova all’interno del colonnato dove viene narrato il mito di Telefo.

Il fregio dell’Altare di Pergamo con la Gigantomachia viene firmato da scultori di varie provenienze, che però operano sotto la direzione di un unico maestro sviluppando un racconto complesso che comincia dal lato Ovest con le divinità del mare e della terra, prosegue nel lato Nord con le divinità della notte, mentre nel lato Sud tatta le divinità diurne e ad Est, la zona frontale, gli dei Olimpici.

Fregio Gigantomachia altare di Pergamo – Fonte: Wikipedia original file by Claus Ableiter, Altar de Pergamo – Nereu e OceanoCC BY-SA 3.0

Tecnicamente le figure si elevano su di un fondo totalmente liscio, a rilievo molto alto, raggiungendo a volte anche effetti a tutto tondo. L’invenzione di questo artista travolge tutti gli schemi iconografici, l’immaginazione dell’artista è assolutamente sfrenata e crea combinazioni tra l’umano e il bestiale, figure di giganti, divinità minori, viene sfruttato fino all’ultimo tutto il patrimonio formale della scultura greca, utilizzando la tecnica fidiaca della luce, ed anche un forte patetismo e una modellazione forte che proviene dalla tradizione skopadea.

La carica emotiva che traspare da quest’opera è estremamente forte, am tutto sommato non retorica.

Nelle storie di Telefo invece abbiamo un ciclo di narrazione continua attraverso un succedersi di episodi narrativi con accuratezza e ben ambientati. La narrazione continua avrà un lunghissimo sviluppo all’interno della scultura romana.

Pianta altare di Pergamo
Pianta altare di Pergamo

Nel mito di Telefo l’artista compone le figure su un fondo che ha profondità prospettica e sono disegnati in maniera illusionistica alberi, rocce, edifici, ecc. Il modellato è pieno di sfumature e si presta quindi ad una infinita varietà di effetti d’ombre. Laddove nel fregio esterno si evidenzia un plasticismo esasperato, i nquello interno invece osserviamo che i personaggi e le cose sono trattati con una sorta di pittoricismo.

L’Ara di Pergamo è stata oggi ricostruita nel Pergamon Museum di Berlino, dove erano state trasportate le lastre del fregio.

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