Un uomo eclettico e generoso, che sa spiegare in modo divertente ed accattivante concetti complessi e storici, Giovanni C.F. Villa è il professore che noi tutti vorremmo.
Per una giornata intera ci ha accompagnato prima alla scoperta della mostra di cui è curatore, dedicata a Palma il Vecchio, la prima vera e propria monografica alla riscoperta di questo artista spesso sottovalutato, e poi in giro per la città di Bergamo, per farci scoprire la vita artistica ed anche sociale della città.
La mostra si apre con due abiti dell’epoca di Palma, fatti tessere appositamente per la mostra, del valore esorbitante, ma che ben ci fanno capire la preziosità dei tessuti dell’epoca e ci collegano alla maestria di Palma il Vecchio nel rendere sia proprio i tessuti che la vera bellezza femminile.
Palma infatti da vita a figure femminili dagli sguardi penetranti e dagli incarnati di porcellana, arrivando, con l’opera “Le Ninfe al bagno” a presentare un intero campionario di bellezza femminile in tutte le posizioni.
Palma il Vecchio è uno degli artisti più richiesti e più pagati della sua epoca, al pari di Tiziano, e non si capisce perché sia così poco studiato sui libri di storia dell’arte. Celebrato dal Vasari, che ammira il suo “volger di sguardi” tanto che Michelangelo non saprebbe fare di meglio, dal Lanzi, dal Lomazzo, dal Boschini nel suo “La Carta del navegar pitoresco”, presente nelle collezioni più pregiate di tutto il mondo, non mi è ben chiaro perchè Palma il Vecchio sia così poco conosciuto.
Giovanni Villa ci fa scoprire il restauro di un’opera
In occasione della mostra di Bergamo è stato sottoposto a restauro il Polittico Serina, in mostra è allestita una sala che illustra il procedimento di salvaguardia dell’opera, in una suggestiva cornice che ci fa capire la delicatezza del lavoro e la ricercatezza dei materiali utilizzati, una occasione per poter vedere dal vivo i pigmenti utilizzati dagli artisti come il lapislazzulo, il carboncino, ecc. Il tutto con la coinvolgente spiegazione di Giovanni Villa.
Suggestiva anche l’installazione della sala finale, che ci porta attraverso un video all’interno di S.Maria Formosa a Venezia, per guidarci in un percorso che culmina nella Santa Barbara, citata da Venturi come la figura singola più bella della storia dell’arte.
Notevole anche il fatto che al Louvre, nella sala con la Gioconda, ci sia l’Adorazione dei pastori di Palma, e che il ritratto di donna detto “La Bella”, sia diventato uno dei simboli dell’Hermitage e della stessa bellezza femminile.
Giovanni Villa ci porta alla scoperta di Bergamo
Purtroppo presi da un clima non proprio benevolo, ci avviamo alla scoperta di Bergamo, dove il nostro Virgilio nelle vesti di Giovanni Villa, ci traghetta nella Bergamo Alta tra mura romane, vicoli, saliscendi e piazze.
Bergamo è la Venezia dell’entroterra, numerose sono le contaminazioni ancora visibili del dominio veneziano.
Entriamo in Santa Maria Maggiore, dove a stupirci ci sono le tarsie lignee disegnate da Lorenzo Lotto, oltre che tutta la decorazione barocca.
All’esterno ammiriamo la facciata e il Monumento Funebre di Bartolomeo Colleoni, al cui interno vediamo gli affreschi del Tiepolo.
Passiamo a visitare il Duomo, dove Giovanni Villa ci porta nella Cappella del SS. Sacramento, dove ci fa notare come Bergamo si stacchi infine dal predominare dell’arte veneziana, per portare avanti la sua maestria nel’intaglio del legno e negli stucchi.
Per ultimo entriamo in S. Michele al Pozzo Bianco, dove Villa ci illustra la decorazione laterale all’altare, di Lorenzo Lotto, ed il motivo per cui questo artista è stato messo da parte per lasciare posto ad un Palma, più celebrativo.
Nel complesso è stata una visita istruttiva e molto appassionante, di cui ringrazio di cuore l’Associazione Amici dei Monumenti e dei Musei di Vicenza per l’organizzazione, il Giovanni Villa per la disponibilità e le appassionanti spiegazioni.