La diffusione dei motivi decorativi lombardi del romanico interessa anche il lazio e si misura qui con l’antica tradizione costruttiva ininterrotta.
Nella Basilica di Santa Maria in Trastevere si evidenzia la continuità con la tradizione paleocristiana.
Santa Maria in Trastevere è un edificio a schema longitudinale impostato a tre navate.
La trabeazione è sorretta da colonne, senza campate, secondo la tradizione paleocristiana.
E’ una chiesa importantissima per la ricchezza della decorazione musiva e pittorica.

Osserviamo infatti che oltre ai mosaici, molto bello quello absidale in Santa Maria in Trastevere, osserviamo in basso tutta una fila di pecore, che sono una elaborazione della cultura paleocristiana, rappresentano i fedeli, sono importanti le pitture che proprio in questo periodo riprendono nuovo slancio a Roma.
Inoltre osserviamo che il XII secolo si presta anche alla nascita di nuovi fermenti artistici che attingendo alle fonti antiche riesce a produrre linguaggi molto innovativi.
Ricordiamo due grandi famiglie di marmorari, che lavorano il marmo da generazioni, operando soprattutto nell’ambito dell’arredo liturgico, ma costruiscono anche chiostri e portali, sono i Cosmati e i Vassalletto.
I Cosmati sono famosi soprattutto per il modo in cui utilizzano le tarsie marmoree.
I Vassalletto sono famosi per l’estrema libertà con cui impostano colonne tortili molto decorate.
E’ un recupero attraverso la tradizione di un’arte imperiale romana che attraverso la tradizione bizantina prima, viene ripresa in ambito romano.
Vediamo ad esempio il portico del Duomo di Civita Castellana a Viterbo, è un nartece, sorretto da colonne classiche ioniche che sostengono una trabeazione orizzontale, una ripresa di motivi classici, decorati con elementi a tarsie marmoree molto decorate.
