Quell’equilibrio che si era realizzato tra la metà del V e del IV sec. a.C, intorno alla metà del IV secolo viene spezzato per motivi politici, sociali ed artistici, per cui cambieranno radicalmente gli ideali nella visione dell’arte e il cambiamento degli ideali porterà alla formazione dell’arte ellenistica e alla fine dell’età classica in Grecia nella storia dell’arte.
E’ una sorta di passaggio. Quell’unità della Grecia in cui molti avevano creduto fallisce, la Grecia non diventerà mai uno stato unitario, le città sono troppo autonome per inserirsi in uno schema unitario, perdendo una parte della loro autonomia.
A questo conseguono lotte sfibranti tra città, una crisi economica e di conseguenza anche le nelle città le classi sociali sono sempre in lotta tra di loro. C’è una sorta di trionfo di individualismo che distrugge quel senso civico sul quale si reggeva la politica sia sociale che morale della Polis.
Tutti i numerosi tentativi di alleanze tra città falliscono, falliscono le leghe politiche, le federazioni, ecc. E’ ormai evidente che la Grecia è incapace di raggiungere una unitarietà da sola, cosa che raggiungerà solo attraverso un monarca macedone, Filippo II.
La Macedonia era una regione esterna alla cultura Greca. Di conseguenza la Grecia viene annessa alla Macedonia e l’unitarietà diventerà una perdita di libertà sotto ad un sovrano estraneo. Con il successore di Filippo II, Alessandro Magno, il destino della Grecia è definitivamente legato alle sorti della Macedonia, che nel giro di pochissimi anni (dal 334 al 323) conquista e sottomette l’Asia Minore, l’Egitto, la Siria, la Palestina, la Mesopotamia, la Persia, arriva fino in India e praticamente le sue conquiste confinano con la Cina e l’India.

In questo impero immenso che sarà retto e amministrato grazie a sistemi lontani da quelle che erano le regole democratiche greche, la Grecia ormai avrà il ruolo di una piccola provincia, marginale, irrequieta politicamente e abbastanza povera economicamente. Quello che era il cittadino greco viene relegato alla funzione di suddito.
Dal punto di vista artistico però la Grecia conserva ancora un predominio, ha alle spalle una scuola antica, tradizioni culturali che non cambiano e la grande fora del mondo artistico greco sopravvive nella mancanza di libertà. Ma l’arte muta col mutare dei tempi.
L’artista non si sentirà più di esaltare i valori ideali della polis, o dell’uomo libero greco, perché non esistono più. Anche i valori religiosi tendono ad allentarsi. Per cui vediamo come nella scultura gli artisti scelgano temi intimistici, temi privati, della vita privata delle persone, perché la politica non è più un mondo all’interno del quale l’uomo può muoversi, gli rimane solo la vita privata, vengono analizzati gli stati d’animo.
Anche nella pittura vengono abbandonate le grandi decorazioni murali e celebrative per rivolgersi alla pittura da cavalletto. Il quadro viene poi comprato da privati, che chiedono temi affini alla loro vita quotidiana, intimistici e soprattutto osserviamo un grande boom del ritratto.
L’architettura di questo periodo riflette, specie nell’edilizia civile, la molteplicità dei problemi sociali, che si evidenziano in questo periodo conclusivo di ciò che rimane dell’età classica.
La scultura greca dopo l’età classica
Skopas, Prassitele e Lisippo sono i tre maggiori artisti che assurgono a una fama enorme anche se questo è un periodo complesso in cui nascono moltissime correnti stilistiche differente. Dedicheremo a questi artisti degli articoli a parte.
Con l’inizio del V secolo vediamo il tramonto del manierismo fidiaco e si diffonde una tecnica antitetica ad esso. Le masse vengono semplificate, il panneggio viene trattato in maniera estremamente sobria, e soprattutto comincia ad aleggiare nelle espressioni una sorta di tristezza che poi rimanda ai fatti accaduti.
Architettura greca dopo l’età classica
La vita civile è cambiata profondamente, le città hanno tutta una serie di esigenze architettoniche che fanno sì che nei centri urbani si riempiano di nuove tipologie edilizie. In generale il rigore stilistico di questi edifici, che si è già allentato verso la fine del periodo classico, assume sempre più aspetti grandiosi, raffinati e in certi casi decisamente preziosi.
Le più importanti innovazioni del IV secolo sono costituite dalla ripresa della pianta circolare per quanto riguarda i templi, che intorno al V secolo erano quasi completamente sparite.
In questo secolo abbiamo un enorme sviluppo di tipologie e un grande impegno dal punto di vista urbanistico. Assistiamo a un decorativismo sempre più accentuato in ogni campo dell’edilizia ed è questo gusto per la decorazione che spinge alla creazione del nuovo stile corinzio.
L’ordine corinzio
Proprio nel IV secolo vediamo apparire il nuovo ordine corinzio, dove la colonna è sottile, slanciata, simile nelle proporzioni alla colonna ionica, ma arricchita da un capitello che simula una sorta di cesto di foglie di acanto.

Dal Peloponneso questo stile si irradia con velocità in tutta la Grecia, all’inizio solamente negli interni, ma verso la fine del IV secolo appare anche negli esterni dei templi e a cominciare dal III secolo in poi sarà lo stile preferito integralmente.
Osserviamo una commistione di stili specie negli edifici a pianta circolare, a tholos. Le piante presentano esternamente tutto un giro di colonne doriche, ma assottigliate, eleganti, alleggerite, o un giro di colonne ioniche, mentre all’interno presentano un giro di colonne corinzie.
Accostamenti analoghi, con commistioni di stili avvengono anche nei templi a pianta tradizionale longitudinale. Uno fra i più famosi e celebrati è il tempio di Atena a Tegea, eretto da Skopas.
In quest’opera sono utilizzate colonne di tutti e tre gli stili. Il motivo della foglia d’acanto viene utilizzato non solo nel capitello, ma si estende anche nella ornamentazione, negli zoccoli.
Il Mausoleo di Alicarnasso
Nell’Asia minore soprattutto, l’attività architettonica ha una ripresa straordinaria, tanto che si parla di un vero e proprio rinascimento ionico. In modo particolare ricordiamo il nome di un grande architetto che fu Pytheos.
Di questo grande architetto ricordiamo il tempio di Artemide ad Efeso, il tempio di Atena Polias a Priene e il famosissimo Mausoleo di Alicarnasso.
E’ questa l’opera più famosa di Phyteos, ma riconosciuta solo perché ricostruita. Venne eretto dalla vedova di re Mausolo, re della Caria, una specie di Roma dell’Asia Minore e viene eretto come sacrario funebre.

Si tratta di un tipo di costruzione a più piani che era già in uso in questa zona, ma questa tipologia viene ripresa con una grandiosità inusitata in relazione alle proporzioni. Su di uno zoccolo a base rettangolare alto 24 metri di innalza un colonnato ionico le cui colonne misurano 12 m e sorreggevano una sorta di grande gradinata di 24 gradini che terminava con una quadriga.
Complessivamente l’edificio raggiungeva l’altezza di quasi 50 metri. Oltre alle dimensioni straordinarie del Mausoleo di Alicarnasso, quest’opera è ricchissima di decorazioni, sia figurate sia di tipo ornamentale, rilievi, statue.
I teatri greci
Un grande impulso viene dato all’edilizia civile sia nell’area delle città greche che nell’area asiatica, durante tutto il IV secolo. E’ in questo periodo, infatti che sorgono i primi teatri stabili in marmo, mentre solitamente era usata una pietra calcarea.
Ricordiamo il teatro di Dioniso ad Atene, che era stato impostato nel V secolo, ma rivestito completamente in marmo nel IV secolo. M a in modo particolare ricordiamo il grande teatro di Epidauro, opera di Policleto il Giovane e sistemato presso un santuario e come tutti i teatri greci si addossa ad una naturale pendenza del terreno.

Le file semicircolari dei sedili e le scalette che suddividono il teatro in 14 settori sono tutte orientate verso l’orchestra circolare. La scena che funge da sfondo e costituita da un prospetto architettonico in cui si evidenziano semi colonne ioniche.
L’unità dell’insieme, la maestria tecnica con cui viene creato il teatro fece sì che questo divenne una sorta di esempio a cui si ispirarono successivamente tutti gli altri costruttori.
Questa capacità di espressione nell’architettura si evidenzia anche in altri edifici pubblici capaci di contenere grandissime quantità di gente. Ricordiamo il Thersilium di Megalopoli che poteva contenere 10000 persone.
Era un grande edificio rettangolare sorretto da una vera e propria selva di colonne che erano distribuite a raggiera intorno ad una tribuna quadrata destinata agli oratori.
Nonostante questa selva di colonne, quello che caratterizza l’edificio era l’assoluta visibilità da parte tutti i convenuti a vedere l’oratore sistemato nella tribuna centrale.
Un’opera importantissima nel IV secolo fu la sistemazione del porto del Pireo, che viene ingrandito, risistemato, vengono impostati magazzini accessori e viene soprattutto razionalizzato. E’ in modo particolare in questo secolo che l’urbanistica che si occupa dei complessi problemi della organizzazione urbana diventa un elemento molto studiato.