Osserviamo che è particolarmente difficile fissare gli elementi essenziali dell’architettura romanica, ed è impossibile stabilirne i limiti cronologici.
L’architettura romanica sorge tra la fine del X e l’inizio del XI secolo in Italia, Francia, Germania, Inghilterra, in tutta Europa tranne l’Oriente, dove predomina la cultura bizantina.
Avevamo osservato che l’arte romanica si differenzia con rapidità in una serie di linguaggi locali a seconda della cultura e delle tendenze dei vari paesi.
Però mentre nell’Europa del Nord già intorno alla metà del XII secolo questo linguaggio si evolve velocemente verso il gotico, in Italia invece i temi romanici si articolano in infinite variazioni regionali e locali per tutto l’arco del 1200, ed il gotico italiano sarà profondamente diverso da quello settentrionale.
Questo perché la cultura italiana rimane molto più legata al concetto classico, l’equilibrio, mente il gotico ha una forte spinta ascensionale.
La struttura nell’architettura romanica
Nonostante il perdurare di coperture lignee, per lo più a capriate, l’architettura romanica trova la sua più tipica impostazione negli edifici coperti a volta.
Vedi una immagine interattiva con le strutture dell’arte Romanica
Il sistema della volta, che era stata variamente ma anche timidamente sperimentato durante il periodo dell’Alto Medioevo, diventa soprattutto in Lombardia il sistema che condiziona l’intero organismo architettonico.
Osserviamo come nelle piante basilicali alla fuga longitudinale dei colonnati si sostituisca il ritmo delle campate quadrate, le quali sono definite da quattro pilastri angolari e sono coperte da volte a crociera.
Spesso sussiste ancora un grande quadriportico, che assume l’uso di una piazza porticata, dove si riunisce la cittadinanza.
La campata diventa l’unità di misura dello spazio, la lunghezza della chiesa è un multiplo della campata e lateralmente le campatelle saranno sempre la metà o un quarto della campate centrali.
Il peso delle volte a crociera viene condotto dalle membrature arcuate, che sono i costoloni, gli archi trasversali e longitudinali.
Ai pilastri vengono addossate semi colonne o semi pilastri di rinforzo, tanto è vero che li chiamiamo pilastri cruciformi.
Le spinte laterali, che sfuggono al sostegno dell’arco, vengono raccolte dalle navate laterali e quindi sulla muratura laterale e se la guardiamo ci rendiamo conto di due elementi essenziali: il fatto che il muro è molto spesso e in più ci sono una serie di rinforzi laterali, che sono i contrafforti.
Lo spazio interno dell’edificio risulta modellato da questa forza plastica della muratura e anche dalle membrature ed acquista un nuovo valore volumetrico. Per non indebolire le pareti laterali, le finestre e i portali sono tagliati obliquamente a strombo.
Questo fa sì che siano edifici che hanno poche aperture, ma molto vaste, edifici per lo più bui, le fonti luminose principali sono costituite dalle finestre in facciata, dal tiburio e talvolta, ma non sempre, dalle finestre dell’abside.
Nella zona del presbiterio l’articolazione spaziale diventa complessa, e solitamente sono chiese che hanno un transetto semplice, ma possono averlo anche a più navate, quindi il più delle volte sono a croce latina o a croce commissa.
Sull’intersezione del transetto quasi sempre sorge una cupola che esternamente è coperta da un tiburio poligonale.
Se guardiamo la chiesa in sezione verticale vediamo che nella chiesa romanica esiste la cripta, sotto il terreno, è adottata quasi costantemente e affonda parzialmente sotto il livello della chiesa, mentre il presbiterio è sorretto da un pontile e viene sopraelevato.
Quindi abbiamo tre livelli negli edifici:
- cripta
- navate
- presbiterio
Questa impostazione interrompe la fuga prospettica dal portale all’abside, come accadeva invece in chiese paleocristiane e bizantine.
L’altare è innalzato rispetto ai fedeli e la cosa ha valore simbolico, e nella cripta di solito ci sono le reliquie.
Esternamente l’edificio riflette con chiarezza le strutture, osserviamo che solitamente i contrafforti spartiscono verticalmente i muri, i loggiati percorrono la facciata, e i fianchi e le absidi permettono di leggere la struttura interna dell’edificio e ci permettono di leggere il numero delle navate, la scansione delle campate, la presenza del matroneo, quindi alla base di questo stile c’è una concezione fortemente plastica dell’edificio.
Un esempio tipico di architettura romanica è la Basilica di Sant’Ambrogio a Milano.