Sandracca: tra resina di ginepro e orpimento
La sandracca è una resina estratta dal ginepro (Juniperus communis o Juniperus oxycedrus) o dal ginepro articolato (Tetraclinis articulata), utilizzata fin dall’antichità sia in ambito artistico sia in quello medico. Come testimoniano i testi di epoca rinascimentale e ottocentesca, esiste però una certa confusione terminologica: in alcune fonti greche, “sandaracha” indica un minerale rosso (l’orpimento), mentre in altre, soprattutto arabe e latine, designa la gomma di ginepro.
Dal Dizionario del dialetto veneziano di G. Boerio, Venezia 1856, p. 597
«SANDRACA, Sandracca o Sandaracca, resina o gomma che geme dal Ginepro, detto Juniperus vulgaris, e dall’altro detto Ginepro rosso e in sistema Juniperus oxicedrus. Essa non solo vien impiegata negli usi della medicina, ma polverizzandosi, dai calligrafi per istrofinare la carta prima di scrivere.»
Da Dioscoride-Mattioli Venetia 1585, I, p. 144
«[…] Sanda-racha, vernice da scrittori, gomma di ginepro. E il ginepro legno, che dura centinaia de gli anni senza corrompersi: et imperò, secondo che scrive Plinio al XL capo del xvi libro fece Hannibaje mettere in un tempio, il quale fabrícò a Diana, travi di ginepro acciocché havesse a durare molte etadi. Onde non è maraviglia se dicono gli alchimisti, che il carbone fatto di ginepro acceso, et ricoperto con la sua cenere, conservi il fuoco un anno di lungo. Produce il ginepro la gomma simile al mastice, et chiamasi questa gomma (anchora che male) sandaracha, et vernice da scrittori. Questa, quando è fresca, è lucida, bianca, et trasparente: ma invecchiando si rosseggia. Ma è d’avertire, che molto è differente questa sandaracha de gli arabi da quella Dioscoride: percioche la sandaracha de i greci è una spetie dí orpimento rosso, velenoso, et corrosivo, come nel quinto libro più apertamente diremo. Fu trasferito il nome di sandaracha nella gomma dei ginepro da i medici, che hanno seguito la dottrina arabica, volendo fare il proprio nome suo arabico latino: imperoche gli arabi (secondo, che si legge in Serapione) non sandaracha, ma sandarax la chiamano. Per il che è da notare, che dove si ritrova la sandaracha ordinata nelle scritture arabiche, si dee sempre quivi intendere della gomma del ginepro. Et quando nelle greche, quella minerale simile all’orpimento. Plinio al m capo del x111 libro facendo menzione dí più spetie di gomme, dice, che la gomma del ginepro non è d’alcun valore. Ma nell’uso della medicina si ritrova a i tempi nostri manifestamente il contrario. Fassi di questa, et d’olio di seme di lino artificialmente la vernice liquida, che s’adopra per far lustre le pitture, et per inverniciare il ferro: utile veramente alle cotture del fuoco, et singolarissima per li dolori, et tumori delle hemorroide […]»
Usi e curiosità della sandracca
- In calligrafia, la sandracca in polvere veniva strofinata sulla carta per migliorarne la superficie prima della scrittura.
- Mescolata con olio di lino, si otteneva una vernice liquida capace di donare lucentezza e protezione a dipinti, legno e superfici metalliche.
- Il ginepro, pianta da cui si ricava la resina, era celebrato per la longevità del legno e il suo impiego in architettura (come riferisce Plinio).
- La distinzione tra la sandracca (gomma di ginepro) e l’orpimento (sandaracha “minerale” nei testi greci) crea tuttora qualche ambiguità, eredità delle diverse tradizioni mediche e linguistiche.
Oggi la sabbia per calligrafia è più comune, ma la sandracca naturale è ancora reperibile in negozi specializzati, in particolare per il restauro, la legatoria e la pittura tradizionale.