Durante i tre anni di studio per diventare Tecnica del Restauro ho imparato la tecnica antica dell’affresco.
L’affresco consiste nel dipingere con pigmenti uniti alla sola acqua su una superficie muraria di intonaco fresco. Una volta asciugato l’intonaco, la pittura diventa irremovibile ed eterna. Così si conservano le meravigliose opere degli artisti frescanti come la cappella Sistina di Michelangelo e molte altre.
Ho provato a riprodurre una parte di un affresco che si trova a Palazzo Cordellina a Vicenza, raffigurante frutta e fiori e delle roselline a monocromo.
Per una descrizione dettagliata della tecnica dell’affresco ti mando al mio sito https://bertoldirestauro.it/la-tecnica-dellaffresco/

L’affresco andrebbe dipinto su muro, qui ho preparato un pannello in eraclit ricoperto di malta di arriccio e poi di intonaco, aspettando poi il momento giusto per riportare il disegno a spolvero e poi per iniziare a colorare.

I pigmenti utilizzati per l’affresco sono quelli tradizionali come le terre e gli ossidi, che non si alterano a contatto con la basicità della calce. Vanno lasciati in acqua e poi utilizzati diluiti solo con acqua, come fossero degli acquerelli.
L’intonaco assorbe i pigmenti e con il processo di carbonatazione li fissa per sempre.

La cosa difficile nell’affresco è raggiungere le tonalità giuste, perché i colori tendono a sbiancare per effetto della carbonatazione della calce. Il vantaggio è la resa con colori brillanti e passaggi a velature che dureranno così belli per sempre.

Nella parte sottostante al dipinto ho riprodotto le roselline con la tecnica della stampinatura, questa volta a mezzo fresco, cioè quando l’intonaco era in parte già carbonatato. In questi casi si utilizzano i pigmenti con un po’ di latte di calce per fissarli meglio.


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